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WhatsApp ricevuto una multa di 5,5 milioni di euro per aver violato le leggi sulla protezione dei dati personali

La Commissione irlandese per la protezione dei dati (DPC) ha sanzionato WhatsApp di Meta con una multa di 5,5 milioni di euro per aver violato le leggi sulla protezione dei dati nel trattamento delle informazioni personali degli utenti.

Il motivo principale è stato un aggiornamento dei Termini di servizio imposto prima dell’entrata in vigore del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) nel 2018, che richiedeva agli utenti di accettare i termini rivisti per continuare ad utilizzare il servizio o rischiare di perdere l’accesso. La denuncia, presentata da un’organizzazione no-profit per la privacy, sostiene che WhatsApp ha violato il GDPR obbligando i suoi utenti a “acconsentire al trattamento dei loro dati personali per il miglioramento del servizio e della sicurezza” e subordinando l’accessibilità dei suoi servizi all’accettazione dei termini aggiornati.

Il DPC ha dichiarato che WhatsApp non ha il diritto di fare affidamento sulla base giuridica del contratto per la fornitura del miglioramento del servizio e della sicurezza e ha aggiunto che i dati raccolti finora costituiscono una violazione del GDPR.

Oltre alla multa, WhatsApp è stato ordinato di adeguare le sue operazioni entro sei mesi. Vale la pena notare che la sede europea di Meta si trova a Dublino. Il DPC ha anche specificato che non ha intenzione di indagare sull’utilizzo dei metadati degli utenti per la pubblicità, definendo tale indagine “aperta e speculativa”.

L’organizzazione no-profit NOYB ha criticato questa decisione, sostenendo che WhatsApp utilizza i metadati per avere una conoscenza approfondita del tessuto sociale degli utenti e indirizzare gli annunci verso gli interessi degli amici degli utenti.

Meta utilizza queste informazioni per indirizzare, ad esempio, gli annunci a cui gli amici sono già interessati”, ha aggiunto Schrems. Sembra che il DPC si sia semplicemente rifiutato di decidere sulla questione, nonostante 4,5 anni di indagini“.

Non è la prima sanzione per Whatsapp

All’inizio del 2021, WhatsApp ha subito un duro colpo a causa dell’annuncio di un aggiornamento della sua politica sulla privacy che richiedeva agli utenti di accettare le modifiche per continuare a utilizzare il servizio.

Ciò ha portato la Commissione europea ad emettere un avvertimento, esortando l’azienda a “informare chiaramente” i consumatori sul suo modello di business. In particolare, la Commissione ha incoraggiato WhatsApp a mostrare come intende comunicare eventuali futuri aggiornamenti dei termini di servizio, in modo che i consumatori possano comprendere le implicazioni e decidere liberamente se continuare ad utilizzare il servizio.

Nel passato, WhatsApp ha attirato l’attenzione per aver cambiato la propria politica riguardo alla condivisione dei dati con la società madre Meta (allora Facebook) per il targeting pubblicitario. Nel 2017, l’UE ha sanzionato Meta con una multa di 110 milioni di euro per aver fornito “informazioni errate o fuorvianti” durante l’indagine sulla fusione dopo l’acquisizione di WhatsApp nel 2014.

La recente sanzione è stata emessa solo due settimane dopo che il DPC ha multato Meta per 390 milioni di euro per la gestione dei dati degli utenti per la pubblicazione di annunci personalizzati su Facebook e Instagram. Anche a settembre Instagram fu multata per violazione della privacy dei minori

Alla società è stata data tre mesi di tempo per trovare una base legale valida per il trattamento dei dati personali per la pubblicità comportamentale. Nel frattempo, l’organizzazione NOYB ha scritto al Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB), accusando il DPC di aver chiuso un occhio sui ricavi generati dalla violazione del GDPR nel calcolare la multa e di aver fatto risparmiare a Meta quasi 4 miliardi di euro.

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