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Sanità messinese allo sfacelo, i sindacati a StrettoWeb: “urgente sbloccare i concorsi” | INTERVISTE

Ancora si continua a discutere quali possono essere gli interventi da porre in essere per rilanciare la sanità pubblica, dotandola di macchinari ed attrezzature all’avanguardia ed, in particolare, di grandi professionisti. Soluzione non facili e, come recita un proverbio: “mentre il medico studia, il malato va via”, in questo caso, “mentre la politica studia su come occupare le poltrone, le holding private fanno investimento” occupando spazi di mercato una volta riservati al pubblico. Questo sta succedendo a Messina ma anche nel resto della Sicilia. A chiedere maggiore attenzione e soprattutto investimenti più significativi, sono i tre maggiori sindacati italiani CGIL, CISL e UIL. Piero Patti, Nino Alibrandi e Ivan Tripodi segretari generali delle tre sigle sindacali, ritengono che “andando avanti senza una programmazione seria che passa anche attraverso il reclutamento di personale qualificato, riconoscendo al tempo stesso, meriti ai medici che operano attualmente nei nosocomi e negli ambulatori pubblici, non si riuscirà a fronteggiare la concorrenza ma, soprattutto, non si daranno risposte concrete ai bisogni dei cittadini”. Piero Patti, segretario generale CGIL, afferma che “le strutture sanitarie pubbliche non sono adeguate. Quello che viene svolto nei reparti, non dev’essere considerato come un servizio bensì un diritto alla salute, garantito a tutti. Per far ciò, occorre anche avere personale sanitario preparato e medici che svolgono il loro lavoro con grande dedizione”. Patti ritiene che “la migrazione di tanti medici pubblici verso la sanità privata, dipende soprattutto dai turni massacranti, dalle retribuzioni (fuori mercato) che ricevono e perché possono contare sulla strumentazione tecnica e tecnologica di altissimo livello”. “Altro aspetto da tenere in debita considerazione- prosegue Patti- è il numero chiuso a medicina che non consente a moltissimi giovani di coronare un loro sogno e, facendo così, si perde la possibilità di avere medici motivati che credono ancora in questa professione o missione come qualcuno la definisce”. Patti riferisce di interlocuzioni continue che la CGIL ha con l’UDU (Unione Degli Universitari) “proprio per trovare proposte convincenti a cominciare dal chiedere l’abolizione del numero chiuso”. Concludendo, Piero Patti punta l’indice verso la Regione Siciliana che “dovrebbe pensare più alle professionalità e non alle poltrone. Ultima spiaggia quella della gestione dei fondi del PNRR che da soli non possono risolvere i problemi della sanità. Inoltre, occorre investire maggiori somme per il reclutamento del personale cercando anche di proporre incentivi adeguati per garantire la continuità e la qualità nei nosocomi pubblici. Se non si farà così, tra alcuni anni, tutti gli ospedali verranno privatizzati con costi insostenibili sia per lo Stato che per le Regioni”.

Anche Nino Alibrandi, segretario generale della CISL, rimarca che “occorre organizzare un tavolo tecnico su base regionale con il Presidente della Regione Sicilia, con l’Assessore Regionale alla Salute Volo e le federazioni sindacali affinché vengano affrontati i temi della sanità pubblica non adeguata al bisogno territoriale, pensando a ridisegnare quelle che sono le piante territoriali, eliminando il numero chiuso a medicina”. “Una soluzione potrebbe essere quella di far arrivare in Sicilia– dichiara Alibrandi- medici provenienti da altre nazioni così come è stato fatto durante l’emergenza da Covid, integrandoli con l’organico che manca in molto reparti come l’emergenza, pediatria, ortopedia. Questo è un problema da affrontare con grande responsabilità, perché è l’effetto di un sistema che fa acqua da tutte le parti”. La sanità pubblica, dice Alibrandi, “negli ultimi vent’anni è stata smantellata mentre quella privata, facendo business, ha alzato il suo livello di eccellenza. Oggi, su certi problemi, la sanità pubblica è obbligata, a fare rete con la sanità privata”.

La sanità pubblica, dice Alibrandi, “non è in grado di essere lo strumento prioritario per la cura di particolare malattie”. Concludendo il rappresentante della Cisl afferma che “il PNRR è una grande risorsa che però va canalizzata in quelle azioni che fanno sistema. Si parla di sanità di prossimità, di case di comunità, però se tutto questo non è legato alle riforme che la CISL ha presentato al Governo nazionale, a partire dalla riorganizzazione della pubblica amministrazione, all’apertura dei concorsi, rischia di portare a delle strutture che rimarranno vuote per mancanza di personale”. Su questi temi Alibrandi è dell’avviso che “tutte le federazioni sindacali opereranno insieme perché questo è il momento della responsabilità”.            

Ivan Tripodi, segretario generale della UIL, denuncia “la demolizione della sanità pubblica a favore di quella privata. Nella sanità messinese sono emerse le seguenti criticità: a) liste d’attesa lunghissime per cui i cittadini che necessitano di visite specialistiche e diagnostiche, sono costretti a rivolgere alle strutture private che, nello spazio di un solo giorno, mettono a disposizione personale e strumentazione all’avanguardia; b) mancanza sia di operatori sanitari che di tecnici nei reparti e nelle divisione complesse; c) continue minacce ai medici dei reparti d’urgenza che spesso si trovano ad operare in condizioni di emergenza; d) scelte politiche inadeguate soprattutto per quanto riguardano le nomine dei manager delle strutture sanitarie non all’altezza e al passo con i tempi per cui, gli investimenti fatti, non rispondono ai reali bisogni dei cittadini”. Tripodi parla di “scelta azzardata nel momento in cui, l’ospedale di Barcellona è stato riconosciuto struttura Covid”. “Durante l’emergenza- prosegue Tripodi- a Barcellona venivano refertati tutti i tamponi molecolari della provincia di Messina ed, entro le ventiquattrore, l’esito veniva consegnato. Adesso, l’unica biologa del laboratorio di Biologia Molecolare che operava in quel nosocomio, è stata trasferita per cui, non si riesce a capire quale sarà la funzione dell’ospedale di Barcellona”. “A seguito di questa decisione, il pronto soccorso dell’ospedale di Milazzo sta esplodendo; a Sant’Agata di Militello si è perso il punto nascita, l’ospedale di Mistretta è stato depauperato e in quello di Lipari, mancano gli anestesisti per cui, si tampona al disagio, inviando qualche anestesista del Papardo”, evidenza Tripodi. Se questa è programmazione e lungimiranza, povera sanità pubblica. Nel frattempo, a fronte di tutte le difficoltà che è costretta a pagare la sanità pubblica, quella privata si organizza in modo da essere pronta a coprire i vuoti e le inadeguatezze oltre che, l’incapacità della classe politica, che continua a fare proclami ma a non risolvere i problemi. Due importanti gruppi sanitari privati, si mettono insieme per creare il Policlinico dello Stretto, un centro polispecialistico, naturalmente convenzionato, che occuperà uno spazio sanitario importante con soluzioni tecnologiche all’avanguardia, risparmio energetico e sostenibilità ambientale. Meravigliosa la location che si affaccia sui due laghi di Ganzirri.

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