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Reggina, quando una sola parata può cambiare le sorti di un match

Oggi c’è stato un momento in cui la Reggina aveva bisogno del suo portiere. E non è così frequente che accada. Lì è cambiato tutto

Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb

Se c’è una regola non scritta che mai è cambiata e mai cambierà nel calcio è quella che vede il portiere quale ruolo più delicato e importante tra tutti. Se sbaglia un attaccante, poco male, ma se sbaglia un portiere è sempre gol avversario. Essere portieri di una squadra che subisce poco, poi, anziché essere un vantaggio può essere uno svantaggio, perché non subendo occasioni è alto il rischio che diminuisca la concentrazione e che si fallisca nell’unico episodio in cui si è chiamati in causa. Alla Reggina, in questi primi 6 mesi, è successo. Non sempre, ma qualche volta. Ora Colombi e ora Ravaglia hanno letto male alcune situazioni in momenti di gara decisivi. Il concetto è chiaro: fare una grande parata quando si sta vincendo 3-0 all’80’ è un discorso, farlo quando si è sul pari, avanti ma solo di un gol o anche sotto di uno, è ben diverso.

Oggi c’è stato un momento in cui la Reggina aveva bisogno del suo portiere. E, ripetiamo, non è così frequente che accada. Era sotto di un gol, per qualche minuto aveva incassato il colpo e così ha permesso a Pettinari di ritrovarsi nuovamente a tu per tu col portiere. Lì Contini – che, va detto, sul gol ha invece tante responsabilità, per non aver letto la traiettoria e per non aver chiuso sul suo palo, pensando forse che Pettinari non ci sarebbe arrivato – si è superato, ha risposto presente quando serviva. Con l’eventuale 0-2, è evidente, le cose si sarebbero decisamente complicate, ma quella parata ha tenuto la partita a galla e di lì a poco la Reggina ha pareggiato e poi vinto.

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