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Marco Mengoni con “Due vite” stravince Sanremo 2023! Le pagelle della finale | CLASSIFICA

Marco Mengoni vince il Festival di Sanremo 2023. Era il favorito della vigilia, si è preso la prima posizione fin dalla prima esibizione e l’ha mantenuta per tutte e 5 le serate del Festival. Non l’ha spodestato la seconda metà dei cantanti in gara, nè l’entrata in gioco del pubblico da casa, si è tolto addirittura la soddisfazione di portarsi a casa la serata cover che aveva fatto temere qualche fan.

Questa sera l’orchestra lo premia con il premioGiancarlo Bigazzi” per la miglior composizione musicale appena prima della comunicazione relativa al risultato finale. Vittoria dirompente quella di Marco Mengoni che bissa il successo del 2013 con l’Essenziale. Nella finale a 5, novità di questa edizione del Festival, resta fuori Giorgia, favorita della vigilia e in rimonta puntata dopo puntata. Nessuna donna nella top 5 per un Festival a trazione maschile.

Quinto posto per “Tango” di Tananai, una canzone che avrebbe meritato sicuramente di più. Quarto posto per Ultimo che resta il grande deluso della 73ª edizione e manca nuovamente il successo fra i big. Terzo posto per Mr. Rain che paga, probabilmente, la seconda esibizione, un po’ più fiacca (comprensibile, vista l’ora) e senza la coreografia dei bambini (post mezzanotte). L’atto finale è una lotta a due, ma i sogni di Lazza finiscono in “Cenere”, come il suo splendido brano. Vince Marco Mengoni con “Due vite” ottenendo oltre il 45% dei voti totali.

Altri premi

  • Premio della critica “Mia Martini” a Colapesce e Dimartino
  • Premio della sala stampa “Lucio Dalla” a Colapesce e Dimartino
  • Premio “Sergio Bardotti” (miglior testo) a Coma_Cose
  • Premio “Giancarlo Bigazzi” (miglior composizione musicale) a Marco Mengoni

Classifica finale di Sanremo 2023

  1. Marco Mengoni – Due vite (45.53%)
  2. Lazza – Cenere (16.64%)
  3. Mr. Rain – Supereroi (14.43%)
  4. Ultimo – Alba (12.25%)
  5. Tananai – Tango (11.15%)
  6. Giorgia – Parole dette male
  7. Madame – Il bene nel male
  8. Rosa Chemical – Made in Italy
  9. Elodie – Due
  10. Colapesce e Dimartino – Splash
  11. Modà – Lasciami
  12. Gianluca Grignani – Quando ti manca il fiato
  13. Coma_Cose – L’addio
  14. Ariete – Mare di guai
  15. LDA – Se poi domani
  16. Articolo 31 – Un bel viaggio
  17. Paola e Chiara – Furore
  18. Leo Gassmann – Terzo Cuore
  19. Mara Sattei – Duemilaminuti
  20. Colla Zio – Non mi va
  21. Cugini di Campagna – Lettera 22
  22. Gianmaria – Mostro
  23. Levante – Vivo
  24. Olly – Polvere
  25. Anna Oxa – Sali
  26. Will – Stupido
  27. Shari – Egoista
  28. Sethu – Cause perse

Le pagelle della finale di Sanremo 2023

Elodie – “Due” 7

Elodie fa Elodie, dal look alla performance, e funziona. Si prende il coro “sei bellissima” appena entra con un abito nero da femme fatale. Il brano è molto radiofonico sulla scia dei suoi ultimi successi. “Per me le cose sono due: lacrime mie o lacrime tue”: è già diventata una frase iconica.

Colla Zio – “Non mi va” 6.5

L’esperienza più bella della loro vita. Giovani, freschi, si divertono. Fra i ragazzi di “Sanremo Giovani” sembrano quelli con una spinta in più. “Non mi va” si fa cantare e ballare, è un “Si mi va”.

Mara Sattei – “Duemilaminuti” 7

Elegante, decisa, con una bella canzone. Sara Mattei o Mara Sattei che dir si voglia merita una posizione più alta in classifica di quella alla quale si posiziona a fine serata. Racconta un amore tossico in una canzone che nel ritornello si lascia cantare ed emoziona.

Tananai – “Tango” 8

Emozionante. Tananai sorprende con una canzone delicata, romantica e con una vena malinconica che conquista. La storia vera di Olga e Maxim, brevemente citata al termine dell’esibizione. Lo abbiamo conosciuto nella versione più funny dell’anno scorso, quest’anno mette in mostra un lato più profondo. Una bella scoperta. Avrebbe meritato qualcosa in più.

Colapesce Dimartino – “Splash” 7.5

La classifica non li premia come dovrebbe. La canzone porta con sé un grande messaggio, accende un riflettore importante sulle ansie della quotidianità, le aspettative, la rincorsa forsennata agli obiettivi che impediscono di godersi le gioie quotidiane. E se anche una vacanza diventa un momento di noia, a mare “come due stronzi galleggiare”. Sempre originali, ricevono i meritati premi “Mia Martini” e “Lucio Dalla”.

Giorgia – “Parole dette male” 7

“Parole dette male”, ma lei le dice benissimo. Lo stile e la voce sono inconfondibili, lei è sempre impeccabile. Tutto al posto giusto: forse un guasto, un guizzo, qualcosa di sorprendente avrebbe dato il boost necessario a farla salire in classifica come ci si aspettava alla vigilia. Resta fuori dalla top 5 ed è giusto così.

Modà – “Lasciami” 6

Un tema delicato come la depressione portato sul palco più importante d’Italia. Basta questo per la sufficienza. I Modà tornano a cantare davanti al grande pubblico e la voce di Kekko resta una garanzia.

Ultimo – “Alba” 7

Il pianoforte aiuta a tamponare l’inizio lento, forse la parte debole del brano. Poi è un crescendo che porta fino al ritornello in cui il cantante romano dà il meglio di sé. Questa la migliore delle tre esibizioni, spazza via qualche dubbio dei primi ascolti. Ma non basta per il podio: arriva 4°, meritatamente, è il grande deluso di questa edizione.

Lazza – “Cenere” 8.5

Una delle più grandi sorprese del Festival. Anche se forse definirlo sorpresa è sminuente. “Sirio” non è stato l’album più venduto del 2022 per caso. Lazza si prende il palco come un veterano, non sbaglia una performance. Il flow è una sicurezza, il ritornello brucia come “Cenere” e il beat di Dardust è una perla. Una delle canzoni più belle del Festival che, se avesse vinto, non ci sarebbe stato nulla di cui stupirsi.

Marco Mengoni – “Due vite” 9

Lo senti cantare e sai già che vincerà. L’effetto è quello, fin dalla prima puntata. Voce angelica con un graffio nel finale di performance. “Due vite” emoziona il pubblico dell’Ariston e anche lo stesso Mengoni continua ad emozionarsi sera dopo sera. Al momento in cui gli viene comunicata la vittoria scoppia in lacrime, è l’emozione finale, quella più dolce di tutte.

Rosa Chemical – “Made in Italy” 8

C’è chi lo ama e chi lo ama di meno, ma lui ama tutti. Quando entra lui è impossibile restare indifferenti, ma è impossibile anche restare fermi. Amadeus, Morandi, il pubblico e anche i coristi si divertono. “Made in Italy” è il tormentone del Festival, il ritornello resta in testa, nel testo più di un messaggio interessante. A fine esibizione twerka su Fedez, poi lo bacia in bocca. La Ferragni resta senza parole, il pubblico impazzisce: lo show dentro lo show.

I Cugini di Campagna – “Lettera 22” 6

Sono dei veterani della musica italiana, ma scelgono di affidarsi al talento di “La Rappresentante di Lista” per il testo di una canzone che fa cantare anche Gianni Morandi nel ritornello “non lasciarmi solo, non lasciarmi qui”. Una scelta azzeccata, ma restano sempre anni 80 inside.

Madame – “Il bene nel male” 7

Madame è una delle cantanti donne più interessanti della musica italiana. Legare trap-dance alla sua scrittura particolare non era facile, ma lei ci riesce. Il ritornello che mixa male e bene è molto radiofonico A fine esibizione ringrazia Amadeus e si commuove, il pubblico le riserva una meritata standing ovation.

Ariete – “Mare di guai” 6

Il testo di Calcutta si riconosce dalle prime parole, il beat di Dardust completa l’opera. Lei è graziosa, il ritornello resta in testa. Strappa la sufficienza, poteva puntare a qualcosina in più.

Mr. Rain – “Supereroi” 7

Tante frasi da ‘Smemoranda’, ma è il suo stile e al pubblico piace. Pianoforte, bambini a fare da supporto, pezzo d’amore: gli ingredienti perfetti per fare centro. Mr. Rain, che scrive solo nei giorni di pioggia (da qui il nome d’arte), illumina l’Ariston e si prende una posizione importante in classifica generale.

Paola & Chiara – “Furore” 6.5

Glitter su di loro, sui ballerini, anche sul maestro. Pezzo dance, trasformano l’Ariston in una discoteca. Tornano anche loro in auge dopo un lungo periodo di assenza. Chissà che non possano avere una seconda giovinezza in termini di carriera. Del resto, un po’ di dance non fa mai male.

Levante – “Vivo” 6.5

Ad un anno dalla nascita della figlia, Levante torna a Sanremo con un pezzo uptempo che racconta il post maternità. Da look al mood porta sul palco un cambiamento importante rispetto al suo ‘periodo’ indie. Ritornello radiofonico, lei sul palco si diverte ma la classifica non la premia.

LDA – “Se poi domani” 5

LDA afferma di non risentire dell’effetto “figlio di” (Gigi d’Alessio), ma non è per forza una cosa positiva. L’effetto Ed Sheeran trascina la canzone, il brano è giovane come il suo artista ed ha un target ben preciso, under 18. Rosicchia qualche posizione in classifica.

Coma_Cose – “L’addio” 6.5

Il titolo è “L’addio”, ma nel testo si scopre che “non è una possibilità”. A fine esibizione confermano quello che avevano anticipato in conferenza stampa: si sposeranno presto e California canta col vestito bianco. La sintonia sul palco è la stessa che c’è nella vita privata. “Il loro fuoco lo hanno visto tutti” e allora… finchè musica non vi separi.

Olly – “Polvere” 5.5

“Polvereeeee!”, ritornellone per Olly che sa coinvolgere, poi spreca un po’ con l’autotune. Ha la personalità e il look, chissà che Sanremo possa fargli da trampolino.

Articolo 31 – “Un bel viaggio” 6.5

Abbiamo scritto il manuale su come trasformare un socio in un rivale”. Il riassunto di come questo “bel viaggio” si era interrotto. Per fortuna sono tornati insieme. Gli Articolo 31 sono un po’ gli zii di tutti i giovani rapper che tanto stanno avendo successo in questi anni, Ax sui pezzi conscious tocca sempre le corde giuste.

Will – “Stupido” 5.5

Volevo fare il poeta, ora l’essere umano”. Per ora Will fa il cantante e sfrutta Sanremo per lanciare la sua giovane carriera. Il testo ha qualche passaggio carino “siamo ferite che ballano”, ma come per tutti i cantanti di “Sanremo Giovani” c’è sempre l’impressione che manchi qualcosa. Comprensibilmente, vista l’età.

Leo Gassmann – “Terzo cuore” 5.5

Aveva tra le mani un bel pezzo, prova a spingerlo fino alla fine ma al pubblico non arriva. Ci resterà sempre il dubbio di non aver sentito questa canzone cantata dai Pinguini Tattici Nucleari, il testo è del frontman Riccardo Zanotti.

gIANMARIA – “Mostro” 6

L’artista è interessante, la canzone pure. gIANMARIA è un giovane artista da tenere d’occhio per il futuro, fa meglio dei colleghi di “Sanremo Giovani”: l’esperienza a X Factor ha fatto la differenza in termini di maturità.

Anna Oxa – “Sali (Canto dell’anima)” 5

Il viaggio mistico di Anna Oxa arriva all’ultima fermata. La canzone è un po’ fuori dagli schemi, dal tempo, da… tutto. Rispecchia l’artista e il suo modo di intendere la musica. Nella serata cover con “Un’emozione da poco”, una delle canzoni più belle della musica italiana, ha riscontrato ben altro successo. Chissà se avesse portato un altro pezzo…

Shari – “Egoista” 5

La serata cover con Salmo è stato il momento più alto del suo Sanremo. Ha una voce particolare, il pezzo è un po’ rivedibile, il fatto che venga relegata spesso a fine serata non la aiuta. Si porta a casa un po’ di visibilità che non guasta.

Gianluca Grignani – “Quando ti manca il fiato” 7

Gianluca è stato la rockstar del Festival. È tornato alla ribalta, nel bene e nel male, fra qualche problema di audio e una serata cover ‘particolare’ insieme ad Arisa. Il suo pezzo è uno dei più profondi, racconta il rapporto difficile con il padre, trasuda maledettismo. La cifra di un artista dal talento straordinario che un po’ si era un po’ perso e speriamo di aver ritrovato.

Sethu – “Cause perse” 6

Ultimo prodotto di “Sanremo Giovani”. Sethu fa il botto al FantaSanremo con una sfilza di ultimi posti che non si interrompe neanche nell’ultima serata. Il pezzo non è il peggiore del Festival. Un rap che strizza l’occhio al punk che racconta la storia di due “Cause perse”, lui e il fratello gemello che lo accompagna alla chitarra sul palco. Si becca un invito ai “Soliti ignoti” per lunedì: a Tananai ha portato benissimo, chissà…

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