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Josè Angelino e Tristano di Robilant

Dopo il successo dell’esposizione “Oblique Magie del Tempo” a Bari, si rinnova nella Capitale la collaborazione tra Josè Angelino e Tristano di Robilant. Infatti, le opere dei due artisti, protagoniste di una mostra realizzata all’interno del museo archeologico di Santa Scolastica, fanno parte dell’esposizione allestita presso la Galleria Alessandra Bonomo a Roma.

Un percorso che vede “dialogare” le opere di Josè Angelino tra ceramica, vetro e flussi di energia, con la scultura in ceramica e vetro soffiato di Tristano di Robilant. Alessandra Bonomo, curatrice di entrambe le mostre, spiega la scelta di ripresentare l’esposizione di Bari a Roma: «Ritenevamo che si trattasse di lavori che funzionavano molto bene insieme con i due artisti che stanno avendo un percorso molto diverso e molte coincidenze anche nei materiali. Il loro lavoro ha una grande adattabilità e in questo spazio della galleria è diventato totalmente diverso rispetto alla mostra del museo archeologico a Bari, più complessa ed estesa, mentre qui è più raccolto». 

Josè Angelino e Tristano di Robilant, due artisti complementari

I rimandi all’esperienza del museo di Santa Scolastica hanno permesso di tradurre la mostra di Josè Angelino e Tristano di Robilant in una dimensione più intima e raccolta. Un’esposizione che lega tra loro le opere, dando la possibilità di interagire da vicino con le singole installazioni stabilendo connessioni tra le proprietà luminescenti e cromatiche degli oggetti.

Entrambi gli artisti in mostra ricorda Alessandra Bonomo, utilizzano il vetro. Tristano di Robilant lo lavora «in maniera più statica, utilizzando il riflesso. Per cui si vedono molte cose attraverso il primo strato di vetro dell’opera». Allo stesso tempo, Josè Angelino «utilizza il vetro come contenitore di un’energia scaturita dai gas e dall’elettricità che quindi si colora e diventa luce. Per cui due aspetti dell’uso del vetro che risultano in qualche modo complementari». 

La fisica è arte

Le opere di Josè Angelino sono installazioni che racchiudono campi elettromagnetici e porzioni di sistemi isolati risultanti da un’interferenza di elementi come gas, marmo o altri materiali. Una modalità che trasforma i principi della fisica in arte. Come ci spiega lo stesso Josè Angelino «l’arte e la fisica sono due cose che vanno di pari passo e che stimolano a trovare nuove rappresentazioni del reale. Non sono due cose separate, ma tutte e due stimolano un’evoluzione del linguaggio e una comprensione della realtà».

Emblematica la grande antenna che si erge al centro della sala dove il flusso elettrico incontra, come elemento, il marmo. In quest’opera spiega Angelino è stato utilizzato «del marmo di Carrara. Ha la conformazione di un’antenna perché in realtà amplifica le onde elettromagnetiche che la Terra possiede: si chiama “Risonanza di Schumann”ed è una radiazione elettromagnetica della Terra che in qualche modo amplifica e crea nel nostro sistema nervoso, visto che lavora alle stesse frequenze, una sorta di rilassamento e riconnessione con la Terra e la natura».

Josè Angelino, dettaglio di un'installazione
Il dettaglio di un’installazione di Josè Angelino alla Galleria Alessandra Bonomo (foto di Stampa Italiana)

La letteratura prende forma

Se le opere di Josè Angelino “trasformano” i concetti della fisica in capolavori moderni, il lavoro di Tristano di Robilant si basa sulla creazione di un equilibrio tra luce, colore e strutture geometriche. Qui la purezza del vetro soffiato creato dagli artigiani di Murano è unita alle doti malleabili della terracotta, dando vita a opere che prendono ispirazione dal mondo della letteratura e della storia. Sono questi temi, ricorda l’artista, che «spesso danno l’idea da cui poi traggo il soggetto per la scultura». 

Ad esempio, ci spiega, «la scultura “Campo dei Fiori III” con i tre coni è ispirata a Giordano Bruno. Non solo alla sua idea della molteplicità di mondi, ma anche come omaggio alla scultura di Ferrari a Campo dei Fiori». Tra gli altri lavori che fanno parte dell’esposizione troviamo anche due sculture ispirate alla Divina Commedia e alla Torre di Babele. La prima, “La lumera”, prende spunto dal IV Canto dell’inferno e dall’incontro fra Dante e Virgilio con i grandi poeti del passato Omero, Orazio, Ovidio e Lucano. Nella seconda, invece, «la lingua, che parla in modi diversi, si fonde in un vetro trasparente».

Tristano di Robilant, opera in mostra alla Galleria Alessandra Bonomo
Alcune opere di Tristano di Robilant esposte alla Galleria Alessandra Bonomo. In primo piano “Campo dei Fiori III”. (foto di Stampa Italiana)

Quando e dove visitare la mostra

L’esposizione dedicata alle opere di Josè Angelino e Tristano di Robilant si trova presso la Galleria Alessandra Bonomo in via del Gesù 62 a Roma. È possibile visitare la mostra, fino al 30 aprile, tutti i giorni dal martedì al venerdì dalle 11 alle 18,30. 

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Articolo aggiornato in data 7 Marzo 2023
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