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Emanuela Orlandi: il Vaticano riapre il caso a 40anni dalla scomparsa

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Si riaprono le indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi che 40 anni fa sconvolse una nazione e le fondamenta stesse della Santa Sede. Dopo quattro decenni di illazioni e ipotesi di ogni genere, verranno rivisti i fascicoli, le testimonianze e le segnalazioni.  Riuscirà la famiglia Orlandi a ottenere finalmente giustizia?

Emanuela Orlandi: la scomparsa

Emanuela era la figlia 15enne di Ercole Orlandi, commesso alla Prefettura della casa pontificia. Il 22 Giugno 1983 si recò alle lezioni di flauto e canto corale, in Piazza Sant’Apollinare all’ Accademia di Musica Tommaso Ludovico da Victoria.

La ragazza chiamò la sorella Federica da una cabina telefonica, aveva finito le lezioni poco prima. Le disse che un uomo l’aveva fermata offrendole un lavoro. Le propose di fare del volantinaggio per la Avon Cosmetics ad una sfilata nell’atelier delle Sorelle Fontana per 375.000 lire (circa settecento euro). La sorella le consigliò di parlarne con la famiglia a casa prima di accettare.

Dopo la telefonata, insieme alle compagne Raffaella Monzi e Maria Grazia Casini, Emanuela raggiunse la fermata dell’autobus in Corso Rinascimento. Intorno alle 19:30, le amiche salirono su due differenti mezzi. Emanuela, a detta di Raffaella, constatando che l’autobus fosse troppo affollato, disse che avrebbe preso il successivo. Secondo un’altra versione, Emanuela riferì a Raffaella che avrebbe atteso l’uomo dell’offerta di lavoro, per dirgli che avrebbe prima dovuto parlarne coi genitori. Accompagnò comunque alla fermata l’amica, la quale, una volta sull’autobus, vide Emanuela parlare con una donna coi capelli ricci. Benché non sia mai stata identificata, probabilmente si trattava di un’altra allieva dell’Accademia.

Ciò che è certo è che, una volta rimasta sola alla fermata, di Emanuela Orlandi non vi è più stata traccia.

Le nuove indagini sul caso di Emanuela Orlandi

Su richiesta della Procura e per mancanza di prove concrete, nell’ottobre del 2015 il Gip archiviò l’inchiesta avviata nel 2006 sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Quest’ultima scomparve misteriosamente da Roma 40 giorni prima della coetanea Emanuela.

Adesso, grazie a nuove piste e rivelazioni, nonché prodotti mediatici come la docuserie Vatican Girl di Netflix, c’è sete di verità e determinazione nel far luce sulla scomparsa di queste due ragazze, dando finalmente pace alle famiglie.

La decisione di riaprire le indagini si deve al promotore della giustizia vaticana Alessandro Diddi. Verrà ripreso e meticolosamente analizzato tutto, ogni singolo dettaglio a partire dal pomeriggio del 22 Giugno 1983, quando la 15enne Emanuela non tornò più a casa.

Le parole di Pietro Orlandi

Sabato 14 gennaio Emanuela Orlandi avrebbe compiuto 55anni e la famiglia, come ogni anno, ha organizzato un sit-in a largo Giovanni XXIII. In tale circostanza, il fratello di Emanuela, Pietro, ha commentato la riapertura del caso auspicando, questa volta, alla massima collaborazione tra Stato italiano e Vaticano.

«Ci stiamo avvicinando alla verità? Ci sono stati periodi che sbattevo la testa al muro perché non mi dava retta nessuno. Adesso vedo che c’è un’ attenzione importante da parte dello Stato Vaticano perché a sua volta c’è stata attenzione dallo Stato italiano. Forse si è arrivato a capire che non si tratta solo della scomparsa di una ragazza, che è già grave, ma tutto quello che c’è intorno a questa scomparsa. C’è molto da capire, lo Stato italiano deve aprire un’inchiesta, secondo me, anche per il ruolo che hanno avuto gli apparati: non sempre chiaro. Parlo del Sisde e del Sismi».

Le persone da ascoltare per “un’indagine seria”, tra loro Papa Francesco

Sono già 5 anni che la famiglia Orlandi ha una lista di persone da fare ascoltare. «Per una indagine seria, che non sia propaganda, si devono ascoltare una serie di persone che possono essere entrate direttamente in contatto con questa vicenda, a partire dall’ex segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone e l’ex segretario del Papa Emerito, monsignor Georg Gänswein».

Tra coloro che andrebbero ascoltati vi è lo stesso Papa Francesco che, quando anni fa incontrò Pietro e la madre, alla domanda «Dov’è Emanuela?» rispose: «Emanuela è in cielo». «Perché ci ha detto che Emanuela è morta? Dovrebbe spiegare le sue motivazioni, magari qualcuno gli ha detto così» sostiene il fratello della giovane.

Pietro Orlandi, infine, ribadisce di essere in possesso di messaggi Whatsapp che vorrebbe fossero esaminati dalla Procura vaticana: «In quegli scambi tra due collaboratori di Papa Francesco risalenti al 2014 si parla di Emanuela, di documenti su Emanuela, se ne parla come di un fatto grave, da risolvere, si chiamano in causa tombaroli e georadar e ci si chiede anche come si possono trovare i soldi per sostenere le spese».

Emanuela Orlandi, il mistero della ‘Vatican Girl’

È un mistero così intricato da sembrare fiction, un giallo ricco di colpi di scena e suspance, che tiene viva l’attenzione dello spettatore disorientandolo tra ciò che è vero ciò che sembra sia vero. Questo perché certi accadimenti sono così tragici da farci sperare siano solo immaginazione, incubi dai quali ci si può svegliare.

Dopo 40 anni, le indagini sulla sparizione di Emanuela Orlandi ripartono dall’inizio. Per un caso aperto da quasi mezzo secolo, questa è sicursmente una svolta significativa. Possiamo sperare sia quella risolutiva?

Ludovica Augugliaro

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