Fonte:LiberoQuotidiano 14 gennaio 2023 di Lorenzo Mottola
Il Partito Democratico ne fa una questione di coerenza. Giorgia Meloni ha detto per una vita che le accise sui carburanti in Italia vanno tagliate. Di conseguenza – dice l’opposizione – non poteva permettersi di cancellare gli sconti introdotti da Mario Draghi. A prescindere dai conti dello Stato o dalle priorità, a prescindere da tutto. Per il Pd il prezzo della benzina pare diventato il primo – se non l’unico – problema del Paese. Il che è curioso. È curioso perché nel programma elettorale del Partito Democratico, redatto appena sei mesi fa, c’è in effetti scritto l’esatto opposto. I dem volevano alzarle le accise, non certo abbassarle. E non per reperire fondi per altre questioni di importanza capitale, ma solo per disincentivare l’utilizzo dei veicoli inquinanti. Il tutto secondo il piano della Ue. Eppure ora in Parlamento i deputati strillano come aquile e gridano allo scandalo.
Leggiamo a pagina 15 del programma del partito di Enrico Letta: serve «l’adeguamento – a parità di gettito – delle strutture e delle aliquote della tassazione indiretta, in coerenza con l’European Green Deal e con la disciplina europea armonizzata dell’accisa, nonché del bollo auto, in funzione degli obiettivi di progressivo azzeramento delle emissioni di CO2». Il paragrafo necessità di una traduzione, ma la spiegazione in realtà è abbastanza semplice. Si comprende tutto proprio andando a vedere cosa dice questo European Green Deal. Si tratta del famoso piano che prevede la messa al bando di tutte le auto a combustione fossile a partire dal 2035. E prima di allora, per chi possiede un veicolo a benzina o diesel, un po’ di sberle: un maggiore carico fiscale sui combustibili. In particolare si punta a passare dalla tassazione dell’energia basata sui volumi a una basata sul cosiddetto “contenuto energetico”. Il diesel, quindi, è considerato il male assoluto. Le direttive sull’energia della Ue parlano chiaro, «i combustibili fossili convenzionali, quali il gasolio e la benzina, saranno tassati applicando l’aliquota massima».
Secondo una simulazione della commissione- riportata qualche tempo fa da Repubblica – la tassazione minima sulla benzina passerebbe da 0,359 a 0,385 centesimi al litro. In generale, la dottrina è chiara: penalizzare chi ha auto vecchie per finanziare il “green”. Resta da capire, ora, chi ha scritto il programma del Pd. Sicuramente non Antonio Misiani, che pure dei dem è responsabile per l’Economia, ma che ieri alla Camera accusava il ministro Giorgetti di voler affamare i ceti deboli, chiedeva di tagliare le accise e invitava «governo e maggioranza a chiamare distributori e consumatori e a costruire un patto sociale contro l’inflazione che sta mangiando il potere di acquisto di salari, stipendi e pensioni». La coerenza, prima di tutto.