I distributori di sigarette automatici sono stati manomessi attraverso un attacco hacker, accedendo al server centrale dell’azienda.
Cosa è successo ai distributori di sigarette
L’attacco hacker ai distributori di sigarette automatici con pacchetti venduti a dieci centesimi, sarebbe stato causato probabilmente dagli anarchici, che avrebbero hackerato il server centrale dell’azienda. Segnalazioni del fatto sono giunte da diverse parti d’Italia, come Brescia, Napoli, Pescara, Lecce, Sardegna e Liguria.
Durante la notte del 25 e 26 marzo, chi ha tentato di acquistare un pacchetto di sigarette si è trovato di fronte a un messaggio con immagini di poliziotti e una scritta a favore di Alfredo Cospito, terrorista anarchico in sciopero della fame contro il regime di carcere duro a cui è stato condannato. Inoltre, tutti i prezzi delle sigarette sono stati improvvisamente abbassati a dieci centesimi. Gli hacker hanno comunicato contemporaneamente con tutti i distributori, causando l’anomalia diffusa su tutto il territorio italiano.
Allarme lanciato da Laser Video
L’azienda Laser Video, con sede a Suzzara (Mantova), specializzata nella vendita di distributori di sigarette automatici e gratta e vinci dal 1989, è stata colpita dall’attacco hacker ai suoi distributori. L’allarme è stato lanciato da una tabaccheria di Lecce, che si è accorta che i pacchetti venivano venduti a soli dieci centesimi. La tabaccheria aveva già subito danni per migliaia di euro prima di scoprire l’attacco. Successivamente, è arrivata una seconda segnalazione nella stessa provincia di Lecce e poi, in cascata, in tutta Italia. Inizialmente era stato ipotizzato che un’altra azienda, AM Distributori, potesse essere coinvolta nell’attacco, ma quest’ultima ha pubblicamente dichiarato di non esserne stata parte.
Ipotesi sull’attacco hacker
L’attacco hacker ai distributori di sigarette di Laser Video ha causato danni potenzialmente enormi, con migliaia di punti vendita colpiti in tutta Italia. Secondo il presidente di AssoTabacchi, Gianfranco Labib, l’attacco è stato effettuato hackeando il server centrale di Laser Video, il che ha permesso di accedere contemporaneamente a tutti i distributori. Labib ha anche rivelato che Laser Video è l’unica azienda ad adottare un sistema del genere. In passato un’altra azienda ha subito un attacco simile. Non è ancora noto il numero esatto di tabaccherie colpite, ma Labib ha ipotizzato che potrebbero essere tra i 5 e gli 8 mila punti vendita. AssoTabacchi ha provveduto ad avvisare gli esercenti non appena ha avuto conferma del malfunzionamento. Essendo successo in serata di sabato è stato difficile raggiungere tutti.
Cosa succede a chi ha usufruito di questa vulnerabilità
Per chi ha acquistato sigarette a 10 centesimi durante l’attacco, c’è il rischio di denuncia penale. Un tabaccaio in Sicilia ha già fatto un appello sui social per invitare i clienti a restituire la merce e ha avvertito che chi verrà ripreso dalle telecamere sarà denunciato alle forze dell’ordine. Tuttavia, il presidente di AssoTabacchi ha precisato che è necessario analizzare la situazione per capire se queste persone hanno agito sapendo di essere illegali. In ogni caso, la legge potrebbe fare qualcosa, ma è ancora tutto da sviscerare.
Lotta degli anarchici per Cospito
Gli anarchici sembrano essere i responsabili dell’attacco hacker ai distributori di sigarette . Questo gesto si aggiunge ad altre azioni che il gruppo sta attuando per difendere Alfredo Cospito. Pochi giorni prima dell’attacco, il gruppo si è radunato a Venezia per una manifestazione che ha visto la partecipazione di poche decine di anarchici, invece delle migliaia previste.
La città tappezzata di volantini, a favore della liberazione di Cospito dal 41 bis. Inoltre, il 22 marzo a Milano, un grande striscione è stato esposto dall’ottavo piano dell’ospedale San Paolo con la scritta “Fuori Alfredo dal 41 bis”. Ci sono stati anche messaggi minacciosi e altre manifestazioni che dimostrano come la lotta degli anarchici sia ancora in corso. Si aspetta presto una decisione sulla concessione dei domiciliari per Cospito da parte dei giudici di Sorveglianza di Milano. Attualmente, Cospito è ricoverato in condizioni di salute precarie all’ospedale San Paolo di Milano e sta chiedendo che il regime di carcere duro sia tolto anche ad altri detenuti.