Picchiato da cinque agenti nonostante sia ammanettato. Calci e pugni fino a farlo crollare a terra, dove ha poi atteso l’arrivo dell’ambulanza per un tempo che oscilla tra i 21 e i 23 minuti. È morto così, come testimonia un video diffuso dalle autorità di Memphis nella notte, il 29enne Tyre Nichols, afroamericano. I cinque poliziotti, anche loro afroamericani, vengono ripresi dalle registrazione di una bodycam mentre lo scorso 7 gennaio fermano e pestano l’uomo.
Le immagini mostrano Nichols in difficoltà dopo essere stato fermato dagli agenti tanto che ha telefonato alla madre più volte. “Dannazione, non ho fatto niente”, dice il 29enne agli agenti che, come riporta il filmato, lo colpiscono con calci e pugni. Nichols morirà per un’emorragia interna tre giorni dopo in ospedale. Il filmato mostra anche come l’uomo non abbia reagito ai poliziotti, ma abbia solo cercato di scappare, salvo poi essere inseguito e preso dagli agenti.
Secondo un’analisi della Cnn, passano circa 23 minuti dal momento in cui Nichols viene atterrato e il momento in cui una barella arrivi sulla scena, secondo le analisi delle immagini analizzate dalle forze dell’ordine e dalla stessa televisione. Dopo la diffusione del filmato, il presidente Joe Biden ha affermato di essere “indignato e profondamente addolorato” nel vedere “l’orribile video”. Si tratta, ha aggiunto, di “un altro doloroso promemoria della profonda paura e del trauma, del dolore e dello sfinimento che gli americani di colore sperimentano ogni singolo giorno”. E ha sottolineato che le immagini “lasceranno le persone giustamente indignate”.
Nelle ore successive entrambe le corsie del ponte I-55, un’importante autostrada di Memphis, è stata bloccata da numerosi manifestanti. “Smetteranno di uccidere persone nella nostra città”, hanno urlato nei megafoni i partecipanti alla protesta, nessuno dei quali è stato arrestato dalle forze dell’ordine. “Smetteranno di uccidere i nostri fratelli e sorelle in questa città. Quando verranno, resteremo fermi, canteremo ancora il nome di Tyre Nichols. Resisteremo al dipartimento di polizia responsabile”, ha dichiarato un manifestante.
Proteste sono state programmate a Boston, Chicago, Detroit, New York City e Portland. I parenti di Nichols hanno esortato i sostenitori a protestare pacificamente: “Non voglio che bruciamo la nostra città, distruggendo le strade, perché non è quello che mio figlio rappresentava – ha detto giovedì la madre di Nichols, RowVaughn Wells – Se voi ragazzi siete qui per me e Tiro, allora protesterete pacificamente”.
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