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Trump, non solo Stormy Daniels: nuovi guai dalle carte segrete

03 aprile 2023 | 14.58

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Il dipartimento di Giustizia e l’Fbi hanno infatti raccolto nuove prove a sostegno delle accuse di intralcio alla giustizia

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(Afp)

Incriminato per il caso legato alla vicenda di Stormy Daniels, Donald Trump potrebbe fare presto i conti con altri, potenzialmente ben più gravi guai giudiziari. Il dipartimento di Giustizia e l’Fbi hanno infatti raccolto nuove prove a sostegno delle accuse di intralcio alla giustizia, nell’ambito dell’inchiesta sui documenti classificati che l’ex presidente avrebbe trasferito, e trattenuto nonostante le molteplici richieste di consegna, a Mar-a-Lago.

Secondo quanto riferiscono fonti informate al Washington Post, le nuove prove sono emerse mentre gli investigatori hanno analizzato mail e sms fornite da un’ex assistente di Trump, Molly Michael, che lo ha seguito dalla Casa Bianca alla Florida. Le comunicazioni avrebbero dato indicazioni sulle attività quotidiane a Mar-a-Lago nei periodi cruciali dell’inchiesta, quando si sospetta che le scatole contenenti i documenti classificati siano state spostate nel deposito di Mar-a-Lago dopo che era stato ricevuto il mandato per la loro consegna. E che Trump abbia personalmente esaminato il contenuto di almeno alcune delle scatole nascoste.

Già lo scorso ottobre era emerso che uno dei valletti di Trump, Walt Nauta, aveva detto agli investigatori che aveva spostato le casse su ordine di Trump dopo l’arrivo della ‘subpoena’. Ma ora la sua testimonianza sarebbe suffragata dai video delle telecamere di sorveglianza.

Dallo scorso agosto, l’ex presidente è indagato per spionaggio e intralcio alla giustizia in relazione alle centinaia di documenti classificati trovati nella sua residenza in Florida nella clamorosa perquisizione dell’Fbi. I nuovi dettagli indicano come le indagini, che sono state affidate al procuratore indipendente Jack Smith, si stiano concentrando quindi sull’intralcio alla giustizia, tese a dimostrare che l’ex presidente abbia fatto o ordinato passi per bloccare i tentativi del governo – che sono andati avanti per mesi – di recuperare tutto il materiale classificato.

E’ questa la differenza principale con l’altra inchiesta che sta portando avanti il dipartimento di Giustizia su un numero più ristretto di documenti classificati trovati nei mesi scorsi in diverse residenze ed uffici di Joe Biden, che ha immediatamente e volontariamente consegnato le carte segrete.

Dallo staff di Trump si liquida l’inchiesta di Smith come un’altra “caccia alle streghe senza fondamenti nei fatto o nella legge. Un procuratore speciale folle e il dipartimento di Giustizia – aggiunge il portavoce Steven Cheung – commettono scorrettezze procedurali facendo circolare illegalmente notizie per corrompere il processo legale e usare il sistema giudiziario come un’arma per manipolare l’opinione pubblica e interferire nelle elezioni”. “Il presidente Trump è l’unico leader che combatte per difendere la Costituzione e il popolo americano dagli abusi di quelli che vogliono distruggere il nostro sistema di governo”, conclude il portavoce, affermando che la questione dei documenti trovati in possesso di Biden o quella delle mail di Hillary Clinton riguarda casi molto più gravi.

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