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Trump, non solo Stormy Daniels: “Ha pagato un'altra donna”, ecco le accuse

04 aprile 2023 | 22.03

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L’ex presidente coinvolto in una cospirazione per minare l’integrità delle elezioni del 2016

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“Uno schema per comprare e sopprimere informazioni negative” su Donald Trump prima delle elezioni 2016, con falsificazione di bilanci nei quali sono stati registrati i pagamenti, non solo quello a favore della pornostar Stormy Daniels. E’ questo il fulcro delle accuse (Pdf 1e Pdf 2) articolate in 34 capi di imputazione nei confronti di Trump, reso pubblico dopo l’udienza nel tribunale di Manhattan a New York.

Il procuratore di Manhattan, Alvin Bragg, sostiene che l’ex presidente sia stato coinvolto in una cospirazione per minare l’integrità delle elezioni del 2016. Il ‘piano’ “per promuovere la candidatura” prevedeva pagamenti registrati attraverso la falsificazione dei bilanci delle società utilizzate.

“Non possiamo normalizzare e non normalizzeremo gravi condotte criminali”, dice Bragg difendendo la sua decisione di incriminare Trump per aver falsificato i registri societari “con l’intento di frodare e nascondere un altro crimine”. Tutte le accuse contro Trump sono per la falsificazione dei documenti. Nella dichiarazione allegata all’incriminazione si afferma che la falsificazione è stata fatta “per nascondere una condotta criminale” e “per nascondere informazioni al pubblico durante l’elezioni presidenziali del 2016”.

Infatti, sempre nella dichiarazione, si denuncia quello che viene definito uno “schema” per sopprimere le notizie e scoop negativi per Trump e la sua campagna elettorale.

In questo disegno rientrerebbe il pagamento di 130.000 dollari ordinato dall’imputato alla pornostar Stormy Daniels – che dovrebbe testimoniare nel processo – con cui l’ex presidente ebbe una relazione nel 2006 per eliminare le informazioni che avrebbero danneggiato la sua campagna elettorale. Bragg ricorda che Trump invece di dichiarare che i pagamenti all’allora suo avvocato Michael Cohen erano per i soldi versati a Stormy Daniels ha sostenuto che erano “fittizi servizi legali”.

L’ufficio del procuratore di Manhattan ha inserito nell’accusa anche la vicenda di un altra donna, Karen McDougal, ex modella di Playboy che dice di aver avuto una relazione extraconiugale con l’ex presidente. Nei documenti in effetti non si fa il suo nome ma si parla di “woman 1”, donna 1, che “è stata pagata 150mila dollari per non parlare della presunta relazione sessuale” da American Media Inc, società che possiede il tabloid scandalistico National Enquirer.

Secondo l’accusa, il caporedattore e Ceo del National Enquirer ha approcciato Cohen portando alla luce il caso Stormy Daniels: la donna sosteneva di aver avuto una relazione con il tycoon circa 10 anni prima.

Cohen, secondo l’accusa, ha negoziato un pagamento segreto con la donna per “garantirsi il silenzio” di Daniels “e impedire la divulgazione delle informazioni dannose nelle ultime settimane prima delle elezioni presidenziali” del 2016. Trump, tuttavia, avrebbe ordinato a Cohen di sospendere il pagamento di Daniels il più a lungo possibile.

“Ha detto” al suo legale dell’epoca “che se avessero potuto ritardare il pagamento fino a dopo le elezioni, avrebbero potuto evitare di pagare del tutto, perché a quel punto non avrebbe avuto importanza se la storia fosse diventata pubblica”.

Nell’atto d’accusa contro Trump spunta anche il pagamento ad “portiere della Trump Tower che stava cercando, tra l’ottobre e il novembre del 2015, di vendere informazioni riguardo ad un presunto figlio illegittimo dell’imputato”. Il ‘doorman’ è stato pagato 30mila dollari sempre dalla American Media Inc, che possiede il tabloid scandalistico National Enquirer.

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