Nella sua prima giornata da leader dem, il passaggio di consegne con Letta. La segretaria ha parlato al telefono con il presidente della Repubblica Mattarella e con la premier Meloni
di Nadia Pietrafitta, 28 Febbraio 2023
La festa “danzante” allo Spazio Diamante di Roma sulle note di ‘Occhi di gatto’ e di altre canzoni “rigorosamente anni ’90” è archiviata. Elly Schlein, eletta segretaria con il 53,75% dei voti, contro il 46,25% di Stefano Bonaccini, è al lavoro per costruire la sua squadra alla guida del Nazareno e mettere nero su bianco le prossime tappe del nuovo corso. La giornata scorre via tra telefonate importanti, riunioni operative con i fedelissimi e il passaggio di consegne simbolico con Enrico Letta al Nazareno. In mattinata la deputata dem ha un colloquio “cordiale” con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, poi riceve la telefonata di Giorgia Meloni. “Mi aspetto una opposizione durissima, io ho fatto una opposizione durissima”, ammette la premier intervistata da Bruno Vespa nella trasmissione ‘Cinque minuti’ su Rai1. “Il confronto delle idee non mi ha preoccupato, mai spaventato. Le ho sentito dire che il Pd sarà un problema per il governo Meloni: per noi la democrazia non è stata un problema mai, semmai lo è stato per la sinistra: per noi il confronto se è fatto sulle idee è una buona notizia. Sicuramente sono pronta al confronto”, aggiunge.
Al Nazareno Schlein rimane per oltre un’ora a colloquio con l’ex premier, poi incontra la presidente della commissione Congresso Silvia Roggiani e i dipendenti del partito. Il segretario uscente regala alla leader un melograno, “simbolo di fortuna e prosperità”. Schlein lo ringrazia e torna a segnare la rotta. La prima mossa è chiara: “Dopo la straordinaria partecipazione alle primarie vogliamo lavorare da subito per aprire il prima possibile il nuovo tesseramento“, annuncia. È un modo per “aprire le porte” del partito, certo, ma anche una risposta chiara a chi, tra i sostenitori del suo avversario, sottolinea con insistenza come il voto dei gazebo non corrisponda a quello dei circoli (dove Bonaccini aveva vinto con il 52,9%). “La lettura va capovolta – spiegano i suoi – il problema è che gli iscritti sono troppo pochi, la base si è consumata negli anni, per questo è importantissimo riaprire il tesseramento. Le scorse volte l’esito degli iscritti coincideva perché avevamo una base più estesa, che era solida e rappresentativa. Elly è stata bravissima a rimotivare parte della comunità democratica che non ci votava più”.
L’intenzione della segretaria, comunque, è quella di “lavorare per la massima unità”, tenendo insieme la comunità democratica. “Avere cura della storia di questo partito ed essere custodi dei suoi valori”, però, per Schlein significa anche “non rinunciare mai più a una linea chiara e comprensibile”. Se la segreteria sarà unitaria, insomma, la cifra delle scelte politiche che la leader intende mettere in campo non cambierà. Ed è in questo che Giorgio Gori, sindaco di Bergamo che aveva minacciato di lasciare il partito in caso di vittoria della deputata, vede “potenzialità ma anche rischi”.
In ogni caso la squadra di Schlein è già al lavoro per fissare la roadmap del nuovo corso. Ne faranno parte Marco Furfaro (che secondo i rumors di palazzo potrebbe essere scelto quale vicesegretario), Marco Sarracino (verso l’organizzazione del partito), l’ex sindaca di Crema Stefania Bonaldi (pronta per la delega agli enti locali) e poi ancora Chiara Braga, Alessandro Zan, Chiara Gribaudo e magari alcuni componenti della mozione Bonaccini (nel totonomi Pina Picierno e Alessandro Alfieri). Tra le due nuove anime del partito ancora non ci sono stati contatti di merito: né richieste degli uni, né proposte degli altri. Il governatore dell’Emilia Romagna ha utilizzato la giornata dopo il voto per staccare e riflettere su passato e, soprattutto, futuro. In Parlamento, intanto, Debora Serracchiani e Simona Malpezzi hanno già detto che sono pronte a rimettere il mandato da capogruppo nelle mani di Schlein. Per sostituirle in pole ci sarebbero Francesco Boccia al Senato e Simona Bonafè (in quota Bonaccini) alla Camera. Se invece a Montecitorio la scelta cadesse su Peppe Provenzano, vicino alla neosegretaria, alla guida del gruppo di palazzo Madama potrebbe andare Valeria Valente, che ha invece sostenuto il governatore. Quanto alla presidenza del partito, radio Transatlantico non esclude un secondo mandato di Valentina Cuppi, ma c’è anche chi vede un ritorno di Nicola Zingaretti ai vertici o di Livia Turco, nell’ottica di un “ponte intergenerazionale”.
Sarà l’assemblea nazionale il 12 marzo a fissare i nuovi incarichi. Fino ad allora le anime dem, tra tattica e strategia, studieranno le nuove parti in commedia.
© Copyright LaPresse – Riproduzione Riservata