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Messina Denaro “brava persona”, uno dei giudici: “non ho firmato, non ho responsabilità”

In merito all’articolo pubblicato ieri su “Don Ciccio”, padre di Matteo Messina Denaro, che nel 1990 fu definito “una brava persona” da tre magistrati chiamati a giudicarlo, riceviamo e pubblichiamo una nota stampa da uno dei giudici in questione. Si tratta della dichiarazione dell’attuale Procuratore di Enna Massimo Palmeri.

In relazione all’articolo apparso ieri – si legge nella nota – avente ad oggetto un provvedimento di non luogo emesso nel luglio del 1990 dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani (di cui all’epoca ero componente) relativamente alla proposta di applicazione di misure di prevenzione personale e patrimoniale nei confronti del poi deceduto – nel 1998 – Messina Denaro Francesco (padre del noto Matteo, recentemente arrestato, dopo una lunga latitanza) avanzata qualche mese prima dall’allora Procuratore di Marsala, Paolo Borsellino, ritengo doveroso fare alcune considerazioni e precisazioni”.

In primo luogo, intanto, credo che la vicenda vada opportunamente “contestualizzata”, riportandosi correttamente a quello che era, all’epoca, lo stato delle conoscenze investigative sullo spessore delinquenziale dei Messina Denaro, venuto in evidenza, in tutta la sua esatta ed enorme portata, solo successivamente – prosegue il magistrato –. Il decreto in questione, inoltre, anche se nel frontespizio reca, tra i componenti del Collegio giudicante, anche il mio nome, risulta sottoscritto in calce solo dal Presidente (l’ora defunto Dr. Barracco) e dal Giudice Relatore ed Estensore (il Dr. Miranda), e non anche da me“.

Nessuna responsabilità diretta, per altro a distanza di 33 anni dai fatti, perciò, mi si può ascrivere circa le espressioni che sarebbero state usate dall’Estensore nel tratteggiare la personalità del proposto (si riferisce alla definizione di “brava persona” usata nella sentenza per definire il boss, ndr). Non posso, però, non cogliere un collegamento con il fatto, menzionato anche dall’Ansa, e mi chiedo perché, che proprio a breve io attendo l’esito del ricorso amministrativo che ho proposto contro la mia mancata nomina (risalente al Novembre scorso) a Procuratore di Marsala (incarico conferito al Dr. Asaro, più giovane di me di ben 10 anni!) e sono in corsa (primo nella graduatoria provvisoria formulata al riguardo solo sulla base del criterio dell’anzianità) per la copertura del posto in atto vacante di Procuratore Aggiunto alla Procura della Repubblica di Palermo“, precisa il magistrato.

E questo, a maggior ragione, perché la notizia diffusa ieri – sottolinea Palmeri – non è affatto nuova, avendo già formato oggetto di articoli apparsi su alcune testate giornalistiche on line (AGI, Grandangolo, e altre) nel luglio 2020. La notizia sarebbe apparsa a seguito della menzione che di quel provvedimento avrebbe fatto, non si vede con quale utilità ai fini della prospettazione accusatoria da sostenere in quella sede e definendolo una sorta di “schiaffo” dato all’epoca al Dr. Borsellino, l’allora Procuratore Aggiunto di Caltanissetta (e ora Procuratore di Trapani) Gabriele Paci nel corso della requisitoria pronunciata nel processo a carico di Messina Denaro Matteo per le stragi del 1992

All’epoca, mi sono premurato di chiedere copia del decreto incriminato alla Cancelleria della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani e ho potuto così constatare, dalle annotazioni appostevi in calce, che esso era stato impugnato dal P.M. di Trapani e che, successivamente, la Corte d’Appello di Palermo lo aveva annullato, disponendo la restituzione degli atti al Procuratore di Marsala – continua la nota stampa -. Tale restituzione, per come ho potuto ricostruire attraverso la lettura di altri atti di cui dispongo in copia e che qui non cito per esigenze di spazio (ma che posso, a richiesta, fornire), era avvenuta per difetto di legittimazione dell’Organo Proponente: pare di capire, quindi, che il Dr. Borsellino, nel formulare la proposta a carico del Messina Denaro padre, avesse esercitato un potere di proposta che la Legge vigente a quel tempo non gli attribuiva“.

Stante l’avvenuto annullamento “in radice” di tutto il procedimento disposto dalla Corte d’Appello, quindi, anche laddove il Tribunale di Trapani (composto anche da me) avesse, in prima istanza, accolto la proposta del Dr. Borsellino, l’eventuale misura applicata al Messina Denaro sarebbe poi, comunque, venuta meno. Rassegno il presente comunicato per la diffusione agli Organi di stampa, riservandomi di farlo pervenire anche, per le iniziative che si vorranno adottare a tutela della mia immagine e della mia onorabilità, pesantemente lese dal contenuto e dal tono dell’articolo in questione, alla locale ANM, al Consiglio Giudiziario di Caltanissetta, a S.E. il Presidente della Corte d’Appello e a S.E. il Sig. Procuratore Generale di Caltanissetta e alla competente Commissione del C.S.M.“, conclude il magistrato.

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