Roma, 8 apr – Come in tanti altri Paesi africani, in Kenya sono ancora molti coloro che non hanno accesso alle forniture di energia elettrica e per tale motivo il governo vuole aumentare la produzione dagli attuali 1.000 megawatt a 10.000 megawatt per il 2037 intende raggiungere questo obiettivo puntando sulle fonti rinnovabili. Tuttavia a differenza di altri Stati africani, il Kenya non si limiterà a puntare su eolico e solare, ma intende produrre energia da fonti geotermiche che hanno il vantaggio di produrre elettricità senza interruzione, sfruttando il calore sotterraneo. Una grossa mano al riguardo punta a riceverla dall’Italia.
Questo tipo di energia è già abbastanza sviluppato nel Paese africano, tanto che nel 2022 863 megawatt di energia sono stati prodotti usando fonti geotermiche. Il governo di Nairobi vuole però andare oltre, puntando a sfruttare 23 siti. Per farlo ha incaricato due società statali, KenGen e Geothermal Development Company, e altre 14 società indipendenti.
Il ministero per l’Energia keniota ha sottolineato che lo sviluppo del settore geotermico non serve solo a produrre energia pulita, ma anche ad usare il vapore prodotto per altri usi quali l’acquacoltura, il settore minerario e il turismo sostenibile. Così da evitare l’uso di idrocarburi e ridurre le emissioni inquinanti.
Un aspetto interessante di questo piano è che l’esecutivo keniota vuole coinvolgere le imprese italiane nello sviluppo delle fonti geotermiche, perché l’Italia ha molta esperienza in questo settore. Non a caso dal 27 al 30 marzo si è svolta una missione imprenditoriale nel settore geotermico, che ha visto la partecipazione di una delegazione di imprese italiane, compagnie e istituti di ricerca impegnati nel Paese africano, nel contesto del progetto “Favorire partnership internazionali tra imprese e/o istituzioni operanti nei settori dell’energia e dell’ambiente”.
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Giuseppe De Santis
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