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Architettura Zero Trust: un buon alleato per il lavoro ibrido

Una ricerca di Zscaler ha rilevato che il 50% delle aziende che hanno spostato le applicazioni nel cloud prevede di implementare un’architettura ibrida Zero Trust.

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Offrire la possibilità di lavorare da qualsiasi luogo, oggi, permette alle aziende non solo di attrarre più talenti, ma anche di fidelizzare i dipendenti già presenti, questo a patto che si riesca a garantire una connettività continua, consentire esperienze digitali personalizzate e molto altro ancora. Ma solo il 39% delle aziende (36% in Italia) dispone di un’architettura Zero Trust o VPN per supportare un ambiente di lavoro ibrido sicuro e un altro 35% (27% in Italia) non ha ancora iniziato a implementarlo o non ha intenzione di farlo. Questo è quanto emerge dall’ultima ricerca di Zscaler sullo stato della trasformazione Zero Trust, che ha raccolto le opinioni di 1.900 responsabili IT di livello senior di aziende che hanno già iniziato la migrazione di applicazioni e servizi verso il cloud.

Le potenzialità dell’architettura Zero Trust

I dipendenti, soprattutto quelli più giovani, si aspettano sempre di più che la loro esperienza digitale durante il lavoro sia ottimizzata con, a portata di mano, un accesso alle applicazioni veloce e senza soluzione di continuità“, ha dichiarato Ismail Elmas, Global Vice President International di Zscaler. “Il potenziale delle soluzioni Zero Trust sta iniziando a diventare evidente sia per i responsabili IT che per quelli aziendali. Ma c’è ancora spazio per educare le aziende sul suo valore al di là della sicurezza e come fattore abilitante per il luogo di lavoro del futuro. L’implementazione di un’architettura Zero Trust consentirà alle aziende di adattare e far evolvere facilmente il proprio modello di lavoro ibrido per ridurre gli ostacoli alla sicurezza per il personale e offrire ai dipendenti esperienze efficienti e affidabili“.

Una recente ricerca di LinkedIn ha rilevato che il 93% delle aziende a livello globale è preoccupata della fidelizzazione dei propri dipendenti. Le aziende faticano a rimanere in attivo, la stabilità è fondamentale e trattenere i talenti è oggi fondamentale più che mai. Infatti, i responsabili delle decisioni IT intervistati da Zscaler, considerano attrarre e trattenere i migliori talenti uno dei tre principali driver della trasformazione digitale (25%, in Italia il 23%), insieme alla crescita dei ricavi (22%, in Italia il 19%) e al supporto delle nuove strategie aziendali (24%, in Italia il 28%).

I dipendenti si aspettano esperienze fluide

Se da un lato le aziende sono consapevoli che trattenere i talenti è fondamentale, dall’altro molti responsabili IT riconoscono che i dipendenti vivono esperienze digitali di qualità scadente a causa dell’infrastruttura di sicurezza legacy che non è in grado di gestire il lavoro ibrido. Secondo la ricerca, il 52% (stessa percentuale per l’Italia) cita l’incoerenza delle esperienze di accesso alle applicazioni e ai dati come uno dei motivi principali per cui sta cercando di implementare un’infrastruttura di lavoro ibrida basata su Zero Trust. Un altro 39% (30% in Italia) ritiene che l’utilizzo delle soluzioni Zero Trust consentirebbe ai dipendenti un accesso più agevole e diretto alle applicazioni e ai dati dai dispositivi personali.

L’esperienza dell’utente non è l’unica preoccupazione rilevata dalla ricerca. Gli intervistati hanno anche espresso la convinzione che l’attuale infrastruttura possa avere un impatto sulla produttività del personale. Quasi la metà (46%, in Italia 30%) dei responsabili IT che stanno implementando o pianificando l’implementazione di un’infrastruttura di lavoro ibrida basata sull’architettura Zero Trust lo hanno fatto perché i loro dipendenti hanno problemi di accesso con le soluzioni di sicurezza attuali e il 27% (36% in Italia) ha dichiarato di voler migliorare la sicurezza della connettività per la propria forza lavoro ibrida.

LE VPN minano la sicurezza

Molte aziende si sono già affidate alle reti private virtuali (VPN) per mantenere una rete aziendale sicura e consentire ai dispositivi personali di accedere a cartelle protette. Se un tempo questa poteva sembrare una via rapida e sicura per proteggere la rete di un’azienda, oggi il 54% (40% in Italia) dei responsabili IT ritiene che le VPN o i firewall perimetrali siano inefficaci per garantire la protezione dai cyberattacchi e forniscano scarsa visibilità sul traffico delle applicazioni e sugli attacchi stessi. Dal punto di vista dell’esperienza dei dipendenti, i dati suggeriscono che anche le VPN non sono la risposta adatta. Due quinti (39%) dei responsabili IT (ma solo il 13% in Italia) la cui azienda utilizza una VPN, affermano che i dipendenti subiscono un rallentamento delle prestazioni delle applicazioni e un terzo (33%, in Italia il 25%) lamenta connessioni instabili.

La ricerca di Zscaler mostra che i leader IT stanno adottando il modello Zero Trust –  ovvero il principio secondo cui nessun utente o applicazione deve essere considerato intrinsecamente affidabile, nonché quello di collegare utenti alle applicazioni, e non alla rete aziendale – come soluzione necessaria per proteggere gli utenti, i workload e i dispositivi aziendali in una realtà lavorativa altamente distribuita incentrata sul cloud e sulla telefonia mobile, consentendo al contempo un coinvolgimento e un’esperienza più fluidi per i dipendenti, indipendentemente da dove si trovino.

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