È Agrigento la Capitale italiana della Cultura 2025, la proclamazione è avvenuta a Roma lo scorso 31 marzo nella sala Spadolini del Ministero della Cultura, dinanzi al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e al presidente della giuria Davide Maria Desario.
In finale con Agrigento anche Aosta, Assisi (Perugia), Asti, Bagnoregio (Viterbo), Monte Sant’Angelo (Foggia), Orvieto (Terni), Pescina (L’Aquila), Roccasecca (Frosinone) e Spoleto (Perugia).
La vittoria di Agrigento
Agrigento era da tempo una delle favorite per aggiudicarsi il titolo, ma in molti polemizzavano sui problemi e i disservizi che avrebbero penalizzato la città, rendendola inadatta e non conforme a diventare la nuova capitale italiana della Cultura.
Invece ha vinto l’enorme patrimonio artistico del territorio, fatto di beni archeologici inestimabili. La città riceverà un milione di euro con cui potrà mettere in mostra, per il periodo di un anno, i propri caratteri originali e i fattori che ne determinano lo sviluppo culturale.
“È nelle città medio piccole che troviamo quella autenticità più profonda dell’essere italiani”, ha detto il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
Le dichiarazioni di Renato Schifani
La proclamazione di Agrigento come capitale italiana della cultura 2025 ha suscitato non solo la soddisfazione della città siciliana e dei suoi abitanti, ma anche quella del presidente della Regione Siciliana Renato Schifani.
Quest’ultimo ha dichiarato: “Il governo della Regione è pronto a dare il proprio supporto e a fare la propria parte perché Agrigento possa cogliere per intero tutte le opportunità di crescita offerte da questo prestigioso ruolo. Un titolo che la città merita non soltanto per la sua storia e i suoi monumenti, ma anche per gli autori che sono patrimonio di tutto il Paese e dell’Europa intera”.
Infine ha aggiunto: “A convincere la giuria e a prevalere sulle altre autorevolissime città in lizza sono stati anche l’attualità e il valore del progetto che ha dato corpo alla candidatura della città dei templi. Il rapporto con l’altro e dell’uomo con la natura, ma anche le relazioni tra culture diverse sono temi centrali in un tempo di trasformazioni come quello di oggi, di sfide che dobbiamo affrontare non soltanto sul piano culturale.
Gabriele di Sano
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