Olly è fra i pochi artisti esordienti al Festival di Sanremo che hanno conquistato una certificazione in FIMI e questa settimana ha rilasciato una lunga intervista a Vanity Fair. Chiacchierando col giornalista il cantante ha confessato che da piccolo sognava di fare tutt’altro.
“Forse l’attore o il rugbista. Di sicuro non un lavoro d’ufficio, che ho sempre pensato non facesse per me. Vengo da una famiglia di lavoratori che si alzano alle otto della mattina e che tornano a casa alle otto di sera, ho sempre visto il loro sacrificio, ma quello che faccio io non lo è. Papà è avvocato, mamma è magistrato, mentre mio fratello studia Giurisprudenza: sono un po’ la pecora nera, ma ci vogliamo molto bene. Ho frequentato l’università perché i miei mi hanno insegnato a non buttare via le opportunità”.
Parlando dei suoi genitori Olly ha aggiunto: “Non sono mai stati genitori opprimenti o pesanti, mi hanno sempre lasciato fare quello che volevo perché si fidavano di me“.
Olly: “Ho fatto rugby per 12 anni, ho rischiato la Nazionale”,
“Ho giocato per 12 anni, ho anche rischiato la convocazione in nazionale, ma ho preferito andare a studiare all’estero anche perché c’era anche mio fratello. Non mi è piaciuta l’esperienza, così, una volta tornato, ho ripreso a giocare, solo che dopo mi sono operato alla schiena e ho smesso. Ho un bel ricordo. È uno sport che ti insegna che ogni due metri che guadagni ti portano a perderne uno: devi essere capace e accettare di farti male per poter andare avanti”.
Olly e le ragazze
“Se sono corteggiato? Dipende dai punti di vista. Sto cercando di prendermi cura di me stesso perché mi fa stare bene. Di certo non mi reputo un s3x symbol, credo che conti molto il contenuto. Con grande umiltà, credo di essere più affascinante che bello. Ad autostima sono messo male. Diciamo che va a momenti: in alcuni sono gasato di essere me stesso e in altri vorrei essere qualcun altro. L’autostima va e viene, dopotutto. Chi è sempre pieno di sé secondo me è bugiardo”.