Roma, 3 apr – Sono trascorsi ormai sei anni dalla visita di alcuni militanti del Veneto Fronte Skinheads a una riunione pubblica di Como Senza Frontiere; rete composta da varie associazioni di sinistra a sostegno di immigrati e immigrazione. Gli Skinheads erano entrati nella sala aperta leggendo un volantino, per poi andarsene con la stessa calma con cui si erano presentati. Senza sfiorare nessuno o toccare qualcosa. Nonostante l’azione di protesta delle teste rasate fu condotta nella più limpida tranquillità, l’isteria collettiva di politica e mass media scatenò un assurda caccia alle streghe, invocando inesistenti articoli della Costituzione e improbabili leggi contro derive pseudo-dittatoriali. Decine di servizi televisivi e prime pagine dei più letti giornali italiani e stranieri, dove si metteva in risalto un fantascientifico pericolo per l’ordine democratico. Niente di tutto ciò aveva, ovviamente, un briciolo di senso; tanto politico quanto giuridico, ma la solita ignobile gogna mediatica innescò da subito un circolo vizioso che coinvolse presto ogni settore della società.

Oggi, a distanza di 6 anni da quella tranquilla serata comasca, finalmente i conti tornano e, mentre cooperative immigrazioniste e Ong si trovano ora sul banco degli imputati, gli attivisti del Vfs, per anni sbattuti su tutti i giornali, festeggiano finalmente la tanto attesa assoluzione dalle ignobili accuse. Andiamo a intervistarli per farci raccontare direttamente da loro, questa più che meritata rivincita contro il sistema del pensiero unico.

Intervista a Giordano Caracino, presidente dell’associazione culturale Veneto Fronte Skinheads

L’assoluzione di Como è un’importante conferma che in Italia vi è rimasta forse ancora un po’ di giustizia, non infettata da stampa e magistratura ideologizzata. Come avete accolto questa tanto attesa sentenza?

Diciamo che più che una conferma questa sentenza dà speranza che ci possano essere altri giudici assennati, perché in effetti il collegio si è dimostrato scevro da condizionamenti ideologici e ha saputo valutare i fatti per quello che sono, a differenza di quanto accaduto in primo grado. Siamo sempre stati fiduciosi in un’assoluzione, tanto era assurdo il clamore mediatico scatenato dalla vicenda, ma mai avremmo pensato che questa sarebbe arrivata per mano della seconda sezione penale della corte d’appello di Milano, piuttosto ce la saremmo potuta aspettare in Cassazione.

In primo grado gli imputati del Vfs erano stati condannati a pene variabili tra un anno e un anno e quattro mesi. Come si svolse tale processo e perché, secondo voi, c’era la volontà di condannarvi?

Purtroppo mi tocca correggervi, le condanne furono di due anni e sei mesi per undici imputati e di due anni e otto per altri due imputati con l’aggravante della organizzazione logistica del fatto e della recidiva, passati poi grazie allo sconto di un terzo della pena per il rito abbreviato, a mesi da 1 anno e 8 mesi a un anno e 9 mesi, senza attenuanti generiche e senza sospensione condizionale della pena, anche per gli incensurati… per un totale di 22 anni di condanne complessive! È stata una batosta clamorosa, che mai avremmo immaginato; ci aspettavamo la condanna, quello si, ma pensavamo ad una pena di 4/5 mesi… con le condanne comminateci in primo grado invece, qualche ragazzo con fedina penale non propriamente immacolata, rischiava seriamente di dover finire in carcere per aver letto un volantino! Anzi, neanche; perché materialmente lo lesse solamente uno di loro! Purtroppo fu un nostro “errore di valutazione” non considerare che a novembre 2017 avremmo potuto essere già in campagna elettorale per le politiche della primavera seguente, infatti Pd & co. sfruttarono l’occasione per iniziare la loro campagna elettorale, con tanto di manifestazione nazionale con ben 5 ministri in prima linea a denunciare l’imminente (e immancabile) ritorno del Fascismo!
Il cancan mediatico scatenatosi e che voi tutti ricorderete, creò un clima per il quale sarebbe stato impossibile uscirne assolti, ma l’impressione che ne abbiamo ricevuto è che la sentenza fosse già scritta, sia per il disinteresse dimostrato dal giudice di primo grado durante l’udienza, che per il poco tempo presosi dal giudice per deliberare, sia per la presenza in aula del Procuratore Capo di Como, figura che solitamente non si scomoda tanto facilmente per assistere ad un processo.
Inoltre, qualcuno dei presenti di quella sera era legato al mondo dell’ associazionismo pro immigrazionista e si è prodigato per coinvolgere nel processo come parte civile, le sigle più disparate dall’Anpi all’Arci… per cui, il “tribunale del popolo” era sostanzialmente al gran completo.

Le accuse montate ad hoc dalla sinistra erano, in realtà, già smentite dai video in cui comparivano solo alcuni militanti del Vfs leggere un comunicato in un assemblea pubblica. Qual’é stata la vostra linea difensiva e quali difficoltà avete riscontrato nell’abbattere il muro di menzogne?

Pensavamo fosse sufficiente il video per dimostrare la nostra innocenza, invece l’accusa si è focalizzata sul nostro aspetto marziale e sul fatto che avessimo “circondato” i presenti… evidentemente era troppo difficile per loro capire che, date le ridotte dimensioni della stanza, non vi era altra soluzione se non quella di posizionarsi attorno al tavolo! Inoltre il Pm ha sostanzialmente insistito sul fatto che l’assemblea non fosse pubblica, ma riservata alle sigle che aderiscono al comitato “Como senza frontiere”… probabilmente era anche vero, ma noi apprendemmo la notizia dal loro sito nel quale pubblicizzarono l’incontro di quella sera, nonché un volantino era affisso in strada, fuori dal Chiostro di Sant’Eufemia dove si tenne questa riunione, per cui diciamo che la riservatezza non era poi così chiara.
La nostra difesa, studiata meticolosamente dai nostri legali e amici Giovanni Adami, Antonio Radaelli e Paolo Botticini, ha avuto la geniale intuizione di arruolare un professore universitario e consulente forense il quale, avvalendosi dei video che ritraevano l’accaduto, ha effettuato una perizia sulle reazioni dei presenti, dimostrando come queste stridessero con il clima tetro, terrorizzante e tenebroso descritto dall’accusa… alcuni ridevano e scherzavano, altri riprendevano il tutto con il loro telefono, altri ancora si sono alzati per chiudere la porta assicurandosi di non fare rumore andando via, per non disturbare la lezione di yoga in corso… senza dubbio uno scenario da film dell’orrore in effetti!

Incalzata dalle sinistre, per 6 anni la stampa nazionale ha continuato a parlare di “assalto” e “violenza privata”. Ora qualcuno pagherà per aver diffamato l’associazione Veneto Fronte Skinheads? Avete sporto qualche querela?

Abbiamo vinto una battaglia ma non possiamo dire che la guerra sia finita: dovremo aspettare innanzitutto di conoscere le motivazioni dei giudici e capire poi se qualcuno impugnerà la sentenza di assoluzione per ricorrere in Cassazione. Rimane comunque un risultato molto importante sia perché un’assoluzione con formula piena in corte d’appello, a Milano, non è proprio cosa da tutti i giorni, sia perché c’era il rischio che si creasse un precedente per cui non fosse più possibile per i movimenti legati alla nostra area politica e culturale, presentarsi in un’assemblea a contestare delle tematiche con le quali non si è d’accordo. Anche questo ci ha spinto, per un senso di responsabilità nei confronti di tutto il nostro ambiente, a non sottovalutare un processo che per l’entità dei fatti in sé poteva sembrare una stupidaggine.
Per il resto vedremo più avanti, la cosa veramente importante è sapere tutti i ragazzi al sicuro!

Dal 2017 ad oggi, l’immigrazione si è rivelata una vera e propria bomba sociale. Dalle tribune politiche ai social, nel mondo del politicamente corretto parlare di immigrati è divenuto sempre più difficoltoso e scomodo. Cosa rappresenta per voi la lotta all’immigrazione in una società sempre più meticcia e omologata?

Parliamo di immigrazione dai primi anni 90, quando il problema in Italia non era ancora minimamente percepito dalla popolazione; da allora il fenomeno è cresciuto a livello esponenziale, con scandali di malaffare connessi a business milionari… Noi abbiamo più volte denunciato pubblicamente con comunicati e con azioni come quella di Como, questi scandali, perfettamente convinti del fatto che dietro all’accoglienza vi siano spesso e volentieri grossi interessi economici per lucrare sulle spalle di vittime inconsapevoli.
Ultimamente poi l’immigrazione sta diventando un’arma geopolitica, per destabilizzare governi e fare pressioni politiche, lo fece anni fa Erdogan per ricattare l’Unione europea, lo stanno facendo adesso scafisti criminali, che rispondendo a logiche di un mercato turbocapitalista che cerca costantemente di abbassare il potere contrattuale dei lavoratori, favoriscono queste traversate disumane e pericolose, arricchendosi illegalmente sulla pelle di migranti economici.
Oltre a tutto questo, l’immigrazione clandestina e forzata comporta delle conseguenze molto pesanti da un punto di vista sociale, per le tensioni sociali e gli attriti culturali che si sviluppano nelle periferie delle nostre città, ma anche di difesa della propria cultura e identità, perché la volontà dei soloni pro immigrazione è quella di creare un meticciato culturale funzionale alle logiche economiche del capitalismo e della globalizzazione culturale propedeutica e funzionale a quella economica. Quindi, al giorno d’oggi diventa ancor più importante difendere la propria identità e la propria cultura, rimarcando fieramente le differenze che esistono tra i popoli (che peraltro sono una ricchezza da tutelare, piuttosto che un qualcosa da amalgamare).

Il Veneto Fronte Skinheads vanta una lunga tradizione politica, culturale e musicale iniziata nel 1986. Cosa significa oggi essere Skinhead e come vedete le nuove mode e “sottoculture” generazionali?

Essere Skinhead al giorno d’oggi significa rivendicare fieramente la propria identità e la propria appartenenza a una nazione e al suo popolo… Credo che al giorno d’oggi non esistano più le sotto culture, spazzate via da una modernità che mira a cancellare le differenze, a distogliere l’attenzione dei giovani, a narcotizzare le loro passioni, per convogliarle solo ed esclusivamente in pulsioni all’acquisto di prodotti commerciali pressoché inutili. Forse l’unica sottocultura rimasta e divenuta a tutti gli effetti una cultura, è proprio quella skinhead, perché avendo sempre unito agli aspetti più goliardici una forte anima politica che si interessa ai problemi sociali ed economici della nostra nazione, non solo le ha permesso di rimanere attiva, ma di crescere sotto un profilo qualitativo, a differenza di altre sottoculture squisitamente modaiole che sono scomparse completamente dalle nostre città perché sostanzialmente non supportate da nessuna visione del mondo.
Per quanto riguarda le nuove mode giovanili ci riesce già difficile associarle alla parola cultura… Sono esattamente lo specchio dei tempi che corrono, prive di qualsiasi forma di idealismo o di valore, assolutamente edoniste, superficiali e decisamente votate solo all’accumulo di ricchezza e ai divertimenti effimeri, mentre culture come quella skin o altre culture politiche legate al mondo della destra radicale hanno fatto del sacrificio e del dovere un impegno morale da perseguire per tutta la propria vita.

Grazie per il tempo dedicatoci e complimenti ancora per questa vittoria. Come diceva un vecchio motto caro ai veneti: Iterum Rudit Leo!

Grazie a voi per la possibilità che ci avete concesso e per la disponibilità; non possiamo esimerci dal fare i complimenti a tutto lo staff de “Il Primato Nazionale”, per l’ottimo lavoro di analisi e informazione.

Andrea Bonazza

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