08 marzo 2023 | 11.50
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Litvak: “Gravi ripercussioni sulla sicurezza dallo scontro sulla giustizia”

Le forti divisioni in Israele sulla riforma della giustizia “hanno gravi implicazioni per la sicurezza nazionale”, “è una vera crisi nazionale”. A lanciare l’allarme è Meir Litvak, esperto israeliano di Iran, intervistato dall’Adnkronos in occasione della visita del premier israeliano Benyamin Netanyahu, atteso domani a Roma.
“Le divisioni interne in Israele sulle politiche del governo hanno gravi implicazioni sulla sicurezza nazionale. Mai nella storia d’Israele c’è stato un così ampio movimento fra ex ufficiali dell’esercito e soldati che avvertono di non voler servire sotto quella che appare come una dittatura legalizzata”, nota il docente di Storia del Medio Oriente ed esperto d’Iran dell’università di Tel Aviv.
Tutto ciò “potrebbe avere un impatto immediato sulla prontezza delle Forze di difesa israeliane (Idf) a breve termine, manda un segnale a Iran e Hezbollah che la società israeliana è profondamente divisa, se non lacerata – continua Litvak, riferendosi al partito sciita filo iraniano e la sua milizia in Libano- E questo può tentare Hezbollah o la Jihad Islamica a Gaza a lanciare attacchi contro Israele”. Infine, nota il professore, “pone in dubbio se il governo avrà la legittimità a guidare i soldati in battaglia in caso di emergenza. E’ una vera crisi nazionale”.
‘Iran non ha ancora deciso su bomba, improbabile raid Israele’
Per quanto riguarda l’Iran, dove l’Aiea ha denunciato un arricchimento dell’uranio arrivato ormai all’84%, Litvak non ritiene che vi sia già la decisione di arrivare alla bomba, né che Netanyahu possa essere tentato da un raid sull’Iran per distrarre l’opinione pubblica dalla riforma della giustizia.
“L’Iran sta certamente camminando sul ciglio del burrone nella sua politica di arricchimento dell’uranio”, ma non penso che l’arricchimento all’84% rifletta “la loro decisione di procedere già verso una bomba, altrimenti sarebbero arrivati al 90% – ragiona l’esperto – penso sia una provocazione per tentare di forzare la comunità internazionale a rimuovere le sanzioni contro di loro”.
“Ritengo che ora un raid israeliano sull’Iran sia estremamente improbabile. Preparativi per un raid di questo tipo prendono molto tempo”, puntualizza Litvak, ricordando come “una cosa buona” di Netanyahu “è che è sempre stato cauto nell’uso della forza”. “Dubito fortemente – continua – che Netanyahu inizi una guerra mentre la società israeliana è così divisa. Lo si può vedere dal modo in cui ha cercato di calmare la situazione dopo l’uccisione di due coloni e il pogrom compiuto dai coloni contro (il villaggio palestinese) di Huwara. Lui sa che una guerra sarebbe una pessima cosa non solo per Israele, ma anche per lui stesso. Inoltre sarebbe una completa follia andare in guerra in Iran senza il consenso americano. Netanyahu è un uomo pericoloso per quello che sta facendo alla società israeliana, ma non è matto”.
(di Maria Cristina Vicario)
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