Roma, 28 feb – La lunga polemica che da settimane vede nel mirino l’unica piramide di Spagna, sembra si stia risolvendo in maniera positiva per il ricordo dei nostri connazionali caduti nella Guerra Civile. Solo pochi giorni fa vi abbiamo riportato gli appelli di Roberto Menia, vicepresidente della Commissione Affari Esteri e Difesa di Fratelli d’Italia, e dei militanti di CasaPound Italia che avevano manifestato direttamente sul posto insieme ai membri dell’associazione locale Alfonso I. Proprio questa manifestazione davanti al dibattuto monumento, probabilmente, ha attirato l’interesse delle autorità spagnole immortalando un centinaio di persone, tra manifestanti e turisti, presenti nell’area un tempo curata dallo Stato italiano. Ora, grazie all’interessamento del partito di centrodestra spagnolo Vox, e a quello di diverse associazioni storiche e culturali, dovrebbe finalmente essere scongiurato il pericolo di demolizione della storica piramide dedicata ai caduti italiani nella Guerra di Spagna.

La recente manifestazione di CasaPound in Spagna con i patrioti spagnoli dell’associazione Alfonso I

FdI, Vox e CasaPound salvano la Piramide de Los Italianos

La Pirámide los Italianos è un mausoleo del 1939, dedicato a quasi 400 volontari italiani partiti per la Spagna a combattere con le milizie nazionaliste spagnole contro le forze repubblicane e delle Brigate internazionali comuniste. Molti di questi giovani legionari italiani morirono su questi monti, nella valle Valdebezana di Burgos vicino al bacino dell’Ebro, nella battaglia dello Scudo, per raggiungere e liberare Santander dall’occupazione bolscevica. Come denunciato proprio la settimana scorsa da CasaPound, attualmente il manufatto italiano versa in uno stato di rovina e degrado, a causa di numerosi atti vandalici e saccheggi subiti nel corso di decenni. Da oggi però, l’obiettivo che si è prefissato il Ministero della Cultura e del Turismo della Giunta di Castilla e León, presieduto da Vox, è proteggere il mausoleo dei legionari italiani proprio sfruttando la Legge sulla Memoria Democratica N-623. Con tale contromossa in risposta alle volontà iconoclaste di abbattimento delle sinistre spagnole, la Piramide è stata oggi finalmente dichiarata ufficialmente Bene di Interesse Culturale (BIC) nella categoria Monumento.

Sconfitti i talebani della Memoria Democratica

Avendo però a che fare con il districato sistema di leggi e norme messo in piedi dalla sinistra, che in Spagna ha già portato alla distruzione e rimozione di centinaia di monumenti franchisti e patriottici, il dipartimento guidato da Gonzalo Santonja ha però anche altri assi nella manica. Uno di questi è quello di includere questa piramide, che è l’unica esistente in tutta la Spagna, nell’Inventario dei Beni Culturali. A differenza dell’Italia, infatti, purtroppo fino ad ora lo Stato iberico non ha mai messo sotto protezione l’architettura e i monumenti del periodo storico franchista. Fino ad oggi, però, martedì 28 febbraio. Questa mattina la Gazzetta Ufficiale di Castilla e León (Bocyl) ha affermato finalmente che già è stata avviata la procedura per la dichiarazione della Piramide degli Italiani come Bene di Interesse Culturale con la categoria di Monumento.

La Spagna finalmente tutela la storia e l’architettura, “scomoda” ma unica

L’avvio di questo fascicolo si basa su diversi articoli della legge sui beni culturali di Castilla y León che prevedono la tutela del singolare edificio in quanto unico per il suo design, i suoi valori estetici, architettonici e paesaggistici, ma fondamentalmente perchè monumento storico che documenta un periodo della travagliata storia moderna nazionale. Santonja, inoltre, ha sempre dichiarato che si tratta di un edificio con valenze architettoniche e storiche che “non collide” con la Legge sulla Memoria Democratica perché è “una delle eccezioni che prevede la stessa”. Infatti l’ossario di questa piramide è legato ai grandi sacrari italiani delle due guerre mondiali, ed è un esempio razionalista dell’Italia nel Novecento, che appartiene a quella che è stata definita “architettura della memoria”, come si ricorda nella delibera.

Andrea Bonazza

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