messina-denaro,-“entrava-al-bar-con-camicie-sgargianti,-tutti-muti”

Messina Denaro, “entrava al bar con camicie sgargianti, tutti muti”

Attualità Trapani

Il bar dove prendeva il caffè. «Quando entrava stavano tutti zitti»

https://immagini.ragusanews.com//immagini_articoli/21-01-2023/messina-denaro-entrava-al-bar-con-camicie-sgargianti-tutti-muti-500.jpg Messina Denaro, “entrava al bar con camicie sgargianti, tutti muti”

Trapani – Il testimone che conferma i sospetti che i carabinieri hanno da giorni, e cioè che in tanti in questi mesi abbiano incontrato Matteo Messina Denaro e abbiano sempre fatto finta di nulla, racconta: «Io sono di Trapani e adesso per fortuna ho cambiato lavoro: ero rimasto disoccupato e avevo accettato un contratto di sei mesi con un’impresa edile, ma le condizioni di lavoro erano inaccettabili. A Campobello ho fatto parte di una squadra che ha ristrutturato una casa antica. Ogni mattina mi fermavo al bar per la colazione e quell’uomo con gli occhiali ambrati l’ho incontrato più di una volta, sicuramente a giugno e luglio. Quando entrava tutti stavano zitti. Mi aveva colpito questo particolare. Indossava delle camicie abbastanza strane, direi sgargianti. A un certo punto era diventato grasso. Ricordavo questi occhiali strani, scuri. Aveva un tono di voce molto basso. Pensavo fosse un personaggio strano, forse uno potente o ricco, ma non sapevo chi fosse, non immaginavo che fosse il super latitante».

Le frequentazioni quasi quotidiane dello spietato stragista di Castelvetrano non erano chiacchiere in libertà fatte circolare dopo la cattura. È vero che usciva di casa, che andava a prendere il caffè o a fare la spesa e che qualche volta è andato persino all’autolavaggio, a bordo di quell’Alfa Giulietta nera che i carabinieri ancora cercano e che sembra sparita nel nulla.

«Io sono sicuro che le altre persone che erano dentro al bar erano perfettamente coscienti di chi fosse quel cliente silenzioso, che sorrideva e che ringraziava di continuo. Parlava in italiano, non ho mai sentito da lui parole in dialetto locale. Una volta avevo osato chiedere a una cameriera, ma lei mi ha risposto abbastanza scocciata. Le avevo chiesto se fosse il sindaco del paese e lei mi aveva detto che invece si trattava di un medico».

E questa era proprio la versione che il boss aveva fatto circolare tra quelli che se l’erano trovati di fronte e che avevano mostrato troppa curiosità: «Sono di Palermo e sono in pensione», diceva. «Io capisco che qui siamo tutti abituati a farci gli affari nostri e con questi personaggi è molto meglio. Però visto il male che quest’uomo ha provocato all’Italia e alla nostra regione trovo inaccettabile che in tanti abbiano fatto finta di non averlo visto mentre si godeva il caffè caldo».

Related Posts

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *