“Al primo posto metto sempre l’essere umano e le guerre sono comunque uno schifo. Però rifletti bene su chi ha torto e chi ha ragione, perché io so che tu sei pro-Ucraina. Io invece sono pro-civiltà e anti-guerra“. Diceva così Matteo Messina Denaro in uno degli audio inviato dal suo telefonino a una delle sue tante amiche. Già, perché se l’idea che abbiamo del boss di Cosa Nostra è quella di un orso solitario rimasto nell’ombra per paura che qualcuno lo riconoscesse, siamo completamente fuori strada. I suoi rapporti sociali, come è emerso già all’indomani della sua cattura, era tanti, molto radicati e di vario genere. “Che gli ucraini hanno ragione, non hanno ragione – prosegue il mafioso –. Hanno torto, soprattutto questo mascalzone di pseudo presidente, uno zero che sta facendo morire un sacco di persone civili, suoi concittadini, per fare il megalomane. Perché vuole la guerra mondiale“.
E discutendo di queste tematiche Messina Denaro parla anche dell’accoglienza e del futuro delle donne ucraine in Italia. Il mafioso ha le sue remore in merito: “Quando nell’86 accadde questo fatto dell’ospitalità, io a quell’epoca ero un giovane, circa 25enne, e frequentavo pochissimo casa di mia madre, veramente molto poco. Avevo altre situazioni mentali all’epoca. Però le volte che ero là mi raccontavano, queste ucraine. Per prima cosa non avevano legato neanche tra di loro queste ragazzine. Nemmeno si conoscevano, nemmeno si parlavano tra di loro. Queste ucraine non sono per niente come noi, noi siamo gente di calore, con il cuore, gente che diamo tutto. Noi siamo gente che diamo pure il nostro letto per l’ospitalità. Queste vedi che non sono così. Sono persone molto molto fredde. La tua amica … [pro Ucraina, ndr] se ne è accorgerà con il tempo. Ora, passando, poi, a un lato diciamo politico, che io non sono nessuno, il punto è un altro: invece, di far venire quest’orda di persone impaurite, poverette, malate, ferite, con fame, perché invece di fornire le armi – dico agli Stati occidentali – non dicono a questo buffone di presidente di dimettersi, sistemare le cose e fornire aiuti umanitari?”.
“Qua lo sai come andrà a finire? A prostituzione. Qua si prostituiranno quasi tutte, per non dire tutte. Ma non dico che si prostituiranno sui marciapiedi, ma nelle case dove abitano. Si sta creando una situazione paradossale, perché in genere il popolo segue la televisione e i telegiornali, io non sono così. Ci vogliono far capire che quelli hanno torto. Non hanno torto, non è Putin che vuole mettere missili in America, è il contrario“, dice ancora il boss all’amica, come riporta MowMag.
Ma viene quasi da sorridere e da riflettere quando l’uomo, ora detenuto in regime di 41 bis, parla di un suo incontro fortuito con dei vigili urbani che, ovviamente, non l’hanno riconosciuto. “Parto dal benzinaio, faccio 30 metri, mi sorpassa uno scooterino con una ragazza sopra, si va a schiantare con un’auto posteggiata – racconta Messina Denaro –. Cappotta, mi fermo, la sollevo, la prendo, urla, nel mentre, dopo due tre macchine spuntano i vigili urbani, vengono, dicono: “Lei perché la sta soccorrendo?”, “Ma non la devo soccorrere?”. Nel mentre […] non riuscivo ad alzarla, perché il braccio destro è fuori uso. Quella è una donna, il vigile urbano si mette a inveire perché io non devo mettere le mani… Va be’, mi sono girato, mi sono messo sulla macchina e me ne sono andato. […] Mi hanno scassato il cazzo questi discorsi, cioè uno ora non può aiutare una persona che ha un’incidente, perché quelli hanno la divisa“.
E sui vigili urbani, il boss di Cosa Nostra, ha parecchi aneddoti. “Senti questa, sempre sui vigili urbani. Secondo me hanno seri problemi, questi sono repressi, specialmente le donne“. Messina Denaro si trovava a Isola delle femmine e doveva pagare il parchimetro: si trattava di 4 euro per un paio di ore, ma aveva solo un pezzo da 20. Inserisce la banconota nel parchimetro ma non riceve il resto. Qualcuno gli dice che a Isola il comune fa cassa così, con questi sotterfugi. Così il boss vede due vigili e decide di andarci a parlare: “Siccome dovevo andare da quelle parti, ci arrivo vicino e la donna mi dà le spalle. Allora dico: “Mi scusi signore”. Questa si gira, era tipo in viso truccata malissimo, truccata alla Moira Orfei. Questa tutta crollante in faccia, io le dico: “Mi scusi signora”, lei mi fa: “Brigadiere prego”. Quella era così presa che prima deve essere brigadiere e poi donna“.
Insomma, anche in queste semplici conversazioni di vita quotidiana emerge come Messina Denaro sia non solo molto sicuro di sé stesso e abbia un atteggiamento arrogante e indisponente, ma che è anche talmente pieno di sé da permettersi di fare la morale agli ucraini, ai russi e persino ai vigili urbani che, semplicemente, stavano svolgendo il proprio lavoro.
Matteo Messina Denaro, i vigili urbani che non lo hanno riconosciuto e le donne ucraine
Matteo Messina Denaro parlava coi vigili urbani, andava in vacanza e insultava le ucraine: altro che latitanza