Come in Serie A: un Napoli maturo, autorevole e divertente annichilisce l’avversaria anche in Champions League. Stavolta a farne le spese è l’Eintracht Francoforte, battuto in casa nell’andata degli ottavi di finale per 2-0 con i gol di Victor Osimhen e del capitano Giovanni Di Lorenzo. E dire che l’allenatore dei tedeschi Glasner aveva dichiarato di averla studiata per tre mesi questa partita: oltre le ore di teoria però, c’è un Napoli che – da qualche mese in più rispetto all’inizio degli studi di Glasner – rappresenta un incubo per gli avversari. Eppure si presenta aggressivo l’Eintracht fin da subito per impedire al Napoli di ragionare, con Kolo Muani che mostra con qualche accelerazione pericolosa che nel panorama dei centravanti europei non sarà Osimhen ma può entrare di diritto nell’inventario dei pezzi pregiati.
Osservato speciale dell’Eintracht è ovviamente Lobotka: Glasner gli piazza i suoi mediani attorno a ringhiare con l’obiettivo di rompere la prima costruzione del Napoli. Dura poco quell’intensità, dispendiosissima, e il Napoli man mano riesce a guadagnare campo a iniziare a presentarsi con una certa frequenza dalle parti di Trapp . Tant’è che sulla solita palla dalla destra a scavalcare la difesa, la stessa che fece a fette il Liverpool nell’esordio al Maradona, Lozano si invola solo e prende il palo. Osimhen si prende la ribattuta divorando un avversario ma viene abbattuto e conquista rigore. Kvaratskhelia tira bene, ma Trapp fa un miracolo e tiene a galla i suoi.
Ma il Napoli passa in vantaggio comunque: Lozano ormai padrone di quella fascia scappa sulla destra, Osimhen scappa anche di più al centro trovandosi la tavola apparecchiata dal messicano e la butta dentro per il vantaggio degli azzurri. L’Eintracht allora va in bambola e rischia più volte, con la partita che si complica nettamente per gli uomini di Glasner quando Kolo Muani viene espulso per un intervento duro su Anguissa. Un’espulsione forse esemplificativa del Napoli di oggi: Kolo Muani fa un fallo durissimo su un calciatore del Napoli, si becca il rosso e si fa pure male. E il Napoli passa per la seconda volta con Di Lorenzo a coronamento di un’azione meravigliosa con Kvaratskhelia che di tacco gli apre un’autostrada per trafiggere Trapp. Geometrie incantevoli che per il Napoli di quest’anno diventano quasi banalità: non che il gioco in passato sia stato mancante, tutt’altro, ma in questa stagione è l’autorevolezza e la sicurezza con cui lo propongono Osimhen e compagni a segnare una differenza netta rispetto al passato.
È un Napoli che non dipende dal bel gioco e che sa aspettare, soffrire e colpire: è un Napoli maturo insomma seppur con l’avversaria meno temibile della gamma Champions assieme al Bruges. La ricerca famelica e quasi irridente di spazi e giocate è una nuova dimostrazione di forza per la squadra di Spalletti: non rischia nulla in casa altrui agli ottavi di Champions e dà la sensazione di poter fare male sempre e soprattutto di avere un calciatore che oggi vale per due come Osimhen. Il resto della gara dopo il doppio vantaggio è controllo. Con il 2-0 in trasferta e il ritorno al Maradona, il Napoli è quasi al di là delle colonne d’Ercole degli ottavi di Champions. Oltre non è mai andato nella sua storia.
Articolo Precedente
Champions, partite su Amazon (mercoledì) e Sky fino al 2027: così la pay tv di Comcast rimane nel business del calcio