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Secondo il dizionario Treccani, l’energia nucleare è quella liberata durante le trasformazioni di nuclei atomici. Negli anni, incidenti come quelli di Chernobyl e Fukushima e il modo in cui l’energia atomica viene associata esclusivamente agli attacchi avvenuti durante la seconda guerra mondiale hanno reso l’opinione pubblica estremamente fredda nei confronti di questa forma di energia. Quello che però molti non sanno è che l’energia nucleare potrebbe essere ancora più vantaggiosa delle energie rinnovabili. Ovviamente, come per ogni forma di energia, anche quella nucleare non è perfetta. Ma soprattutto, l’energia nucleare può essere la soluzione ai nostri problemi?
Come funziona l’energia nucleare: fissione e fusione
La liberazione di energia da parte delle centrali nucleari può avvenire in due modi. Nel caso in cui essa avviene tramite la divisione di atomi pesanti grazie ai neutroni, si parla di fissione. Se invece è l’unione di due atomi che libera energia, si parla di fusione. Oggi tutte le centrali nucleari sono a fissione; di queste 440 sono attive sparse in 32 paesi. Per quanto riguarda le centrali a fusione, invece, la scienza non è ancora arrivata a ricrearla sulla Terra. La fusione infatti è la stessa reazione nucleare che avviene nel sole e nelle stelle e permetterebbe di avere energia sicura in misura illimitata. Proprio per questo oggi è in via di sperimentazione tramite il progetto ITER.
Il progetto ITER è un un progetto che vede la collaborazione di Cina, Giappone, Corea del Sud, USA, India, Russia e la Comunità Europea dell’energia atomica (EURATOM). L’obiettivo è la costruzione di una macchina che possa ricreare le condizioni necessarie per poter avviare il processo di fusione sul nostro pianeta. A oggi, però, questa possibilità sembra ancora molto lontana.
I motivi per cui bisogna prendere in considerazione il nucleare
Il primo motivo a vantaggio dell’energia nucleare e la totale assenza di emissioni di CO2 durante la produzione di elettricità. Al contrario di energia solare ed eolica, inoltre, il nucleare non dipende da agenti esterni come sole e vento ed è quindi sempre disponibile. Le energie rinnovabili ovviamente rimangono anch’esse fondamentali, ma non possono essere l’unica soluzione. Basta pensare che gli impianti nucleari producono energia per oltre il triplo del fotovoltaico, circa 13 volte in più delle centrali eoliche e quasi 30 volte tanto rispetto agli impianti idroelettrici. Inoltre, non meno importante, l’utilizzo dell’energia nucleare renderebbe i paesi indipendenti dal punto di vista energetico.
I contro dell’energia nucleare
Tra i contro dell’energia nucleare vi è sicuramente il combustibile usato per la produzione d’energia. L’uranio, che produce energia termica che verrà trasformata in energia elettrica, non è una risorsa infinita; ne va da sé che il nucleare non è rinnovabile. La verifica di incidenti, pur essendo molto rara, potrebbe avere delle conseguenze disastrose; nella storia gli incidenti avvenuti a Chernobyl e Fukushima hanno sicuramente influenzato l’opinione pubblica. Quello che però bisogna ricordare è che. dagli studi fatti negli ultimi anni sul numero di vittime per ogni fonte d’energia, il nucleare si trova sempre agli ultimi posti, dietro carbone e rinnovabili. Ovviamente la costruzione degli impianti, almeno all’inizio, richiede dei costi molto elevati.
L’ostacolo più grande dell’energia nucleare è la produzione dei rifiuti radioattivi, che devono essere smaltiti in maniera sicura. Questi, infatti, possono arrivare a mantenere la loro radioattività per molti anni. Per questo motivo è necessario portare queste scorie in delle aree protette lontano dai centri abitati e aspettare che la radioattività si abbassi col tempo. Dopotutto isolare in posti lontani da persone non è una pratica nuova ed esclusiva del nucleare, poiché è quello che avviene per ogni tipo di rifiuto tossico. L’ultimo ostacolo è sicuramente il tempo; la transizione al nucleare infatti richiederebbe molti anni, tempo che sembra non esserci più.
Il nucleare in Italia
Oggi l’Italia è l’unico paese del G7 senza centrali nucleari attive. Tra il 1963 e il 1990 però cinque sono state le centrali nucleari che hanno svolto la loro attività. Tendenza cambiata dopo l’incidente di Chernobyl nel 1987, con l’opinione pubblica italiana che si schierò contro l’energia nucleare. Questi, insieme ad alcuni referendum abrogativi portò alla fine dell’esperienza nucleare italiana. Oggi le centrali rimaste chiuse sono in fase di smantellamento con l’obiettivo di disfarsi di tutti i rifiuti entro il 2025. Negli anni il dibattito sul nucleare in Italia, però, è stato riaperto più volte per lo stesso motivo: l’aumento del prezzo di gas.
Già nel 2008, infatti, veniva approvata una nuova versione del decreto legislativo sui siti nucleari. Il ritorno al nucleare però venne fermato da un altro referendum abrogativo del 2011 a seguito dell’incidente di Fukushima. Oggi ci ritroviamo nella stessa situazione; l’aumento del prezzo di gas dovuto alla guerra in Ucraina ha, di fatto, riaperto il dibattito sul nucleare. Cosa accadrà in futuro non possiamo prevederlo, quello che ci auguriamo è che si possa trovare una soluzione al cambiamento climatico e all’aumento dei prezzi del gas che sta mettendo in ginocchio tantissime famiglie italiane.
Francesco Guglielmino
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