Era diventato famoso come chef televisivo dai modi ruspanti, per la sua attenzionenon al cibo stellato ma a quello casereccio o da strada. Ma chef Rubio, al secolo Gabriele Rubini, 41 anni, è diventato più famoso per le sue esternazioni che per le doti in cucina.
Nato a Frascati il 20 giugno 1982, pareva che il suo percorso fosse tracciato nello sport, nel rugby in particolare. Nel 2002 aveva esordito anche in Super 10 con il Parma, squadra in cui era rimasto fino al 2004. La fama è arrivata nel 2013, grazie al programma televisivo «Unti e bisunti», che lo ha fatto conoscere per il suo carattere verace, molto distante da quello di altri suoi colleghi con la patente televisiva.
Nonostante il successo, l’attenzione di chef Rubio si è presto spostata dai fornelli ad altre tematiche, su cui si è espresso a più riprese attraverso i social, dove ha un grande seguito. Dopo aver collaborato con Amnesty International, ha rotto i rapporti con l’associazioni dopo alcune sue esternazioni rivolte a Selvaggia Lucarelli definite misogine dallo stesso ente. Non solo. Lo chef si è spesso avventurato in esternazioni riguardanti la politica estera, vedendosi recapitare per questo più di una denuncia. In particolare, a più riprese Rubio ha definito Israele come uno Stato «immondo» che non dovrebbe esistere, solidarizzando con il popolo palestinese, tra insulti e riflessioni prive di logica storica. Accusato di essere un antisemita, lui ha sempre rimandato l’accusa al mittente, dicendo di non avercela con gli ebrei ma «con gli sionisti». Tra questi, avrebbe di fatto incluso anche Liliana Segre, colpevole a suo avviso di aver taciuto sulle «malefatte» israeliane.
Rubio già nel 2019 era stato denunciato per istigazione all’odio razziale per un tweet in cui definiva «abominevole» lo Stato di Israele e successivamente per diffamazione da esponenti del partito Fratelli d’Italia per avere utilizzato il termine «razzisti umbri» in seguito all’elezione di Donatella Tesei a presidente della giunta regionale dell’Umbria.
Ora venti persone sono state denunciate dai carabinieri di Milano per le ingiurie postate sul web contro la senatrice Liliana Segre. Tra loro figura anche Chef Rubio. L’accusa, per tutti, è diffamazione a mezzo telematico con l’aggravante delle motivazioni religiose, etniche o razziali. Dopo che la stessa Liliana Segre aveva sporto denuncia il 6 dicembre 2022 ai carabinieri di Milano per minacce e ingiurie on line avvenute tra ottobre e dicembre 2022, la sezione telematica del Nucleo investigativo ha ora chiuso le indagini affidatele dalla Procura risalendo ai titolari di una serie di profili anonimi da cui la Segre aveva ricevuto ingiurie. Gli identificati sono 17 uomini e 3 donne, tra i quali liberi professionisti, medici, assicuratori, infermieri, di varia estrazione sociale che sono stati quindi segnalati all’autorità giudiziaria, che ora dovrà decidere chi iscrivere per il reato ipotizzato.