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“Sarò mai capace di scrivere qualcosa di importante? Lo spero proprio, solo scrivendo posso confidare alla carta tutti i miei pensieri, i miei ideali, i miei sogni”, questa la celebre frase di Anna Frank scritta nel suo diario. Questa frase la scrissero nella scuola che frequentava, un anno dopo l’uccisione. Ebrea, morì a soli 15 anni. Lei stessa è autrice della sua storia: prese il suo diario come confidente e come conforto in un momento terribile. Iniziò a scriverlo intorno ai 13 anni, presso la casa dove si nascondeva. Oggi quella stanza è un museo.
Anna Frank nacque nel 1929, quattro anni dopo in Germania salì al potere un partito antisemita che predicava l’odio verso gli Ebrei con a capo Hitler e i Nazisti. Da secoli si addossavano sugli Ebrei le colpe dei poteri altrui, molti tedeschi di fatto crederono a quella che era l’idea di Hitler. I Tedeschi li arrestarono, chiusero loro in dei campi, eliminarono libri di scrittori Ebrei addirittura, insieme a loro erano discriminati anche gli omosessuali e i portatori di Handicap ad esempio. La famiglia Frank, quando Anna aveva appena 5 anni, decise di trasferissi ad Amsterdam, ove ella andava a scuola, non furono ovviamente i soli a migrare. La madre di Anna ha comunque una nostalgia della Germania, ma a causa della situazione non poteva farne ritorno, in quanto i Nazisti volevano solo liberarsi degli Ebrei.
Il Diario Di Anna Frank
Per il suo 13esimo compleanno regalarono ad Anna in un diario, ella contentissima cominciò subito a scrivere, fingendo che fosse un suo amichetto. Tre settimane dopo, di domenica, suonò alla porta dei Frank un postino che aveva mandato una convocazione per andare a lavorare in Germania indirizzata a Margot, ove nel caso non si fosse presentata sarebbe stata prelevata con forza mettendo in pericolo tutta la famiglia. Anna era terrorizzata, i suoi genitori avevano comunque previsto tutto e misero in atto un piano che avevano in mente. Vi era un nascondiglio nella ditta dove il padre di Anna lavorava, in centro città. Furono aiutati anche dai dipendenti che corsero un grande rischio, in quanto gli Ebrei non dovevano essere aiutati. Non potevano farsi sentire ne potevano affacciarsi dalle finestre.
A primo impatto ci fu una grande soddisfazione per aver salvato Margot, ma si viveva giornalmente con la paura di essere catturati. Anna si sentiva in colpa, in quanto le sue amiche erano con ogni probabilità già state deportate mentre lei era nascosta. L’unico mezzo di comunicazione per seguire la vicenda era la Radio, fabbriche e città erano completamente distrutte. Anna era amante della scrittura, pensò che dopo la Guerra si potesse scrivere un romanzo (Un Giallo) con al centro il rifugio ove ella risiedeva. Anna disse :”Noi giovani facciamo molta più fatica a tenere saldi i nostri principi, in un epoca che distrugge tutti gli ideali, in cui gli uomini mostrano il loro lato peggiore e si dubita della verità, della giustizia e dell’esistenza di Dio“, per lei i suoi sogni e le sue speranze sembravano irraggiungibili, ma non si perse mai d’animo, purtroppo però Anna non vedrà mai la pace. Una persona non nota rivelò il nascondiglio dei Frank e i Nazisti li catturarono.
Otto Frank
Dopo l’arresto Anna Frank veniva deportata da un campo all’altro, poi un mese più tardi, dopo un viaggio di 3 giorni senza cibo e acqua arrivò ad Auschwitz, il grande campo di sterminio in Polonia. Nel Marzo del 1945 mori’ di fame, di freddo e di malattia. Un paio di settimane più tardi gli inglesi liberarono il campo ma trovarono più morti che vivi. Insieme ad Anna morirono tutti i suoi familiari e vicini, tranne Otto Frank (il padre), sopravvissuto all’olocausto. Otto Frank ebbe il merito di realizzare il sogno della piccola Anna e pubblicò il suo Diario. Nel Maggio del 1945 la Germania e i Nazisti furono sconfitti.
Trovarono il Diario di Anna Frank nell’alloggio segreto, una cronaca preziosissima di quei tragici anni, che introdussero in tutto il mondo. Ad oggi è ancora uno dei libri più famosi.
Gabriele Di Sano
Fonte foto: Wikipedia
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