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Ancora tagli nelle Big Tech, Zuckerberg licenzia altri 10mila dipendenti

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Il 2023 è l’anno dell’efficienza; un modo più “carino” per indicare l’era dei licenziamenti di massa nelle Big Tech, figlia della prima grande crisi della Silicon Valley. Dopo gli 11mila licenziamenti di novembre 2022, Meta apre il 2023 con un taglio di altri 10mila dipendenti, riducendo il suo personale del 25%. Cosa sta succedendo?

Meta, continuano i tagli: “Sarà dura ma è necessario” 

È l’anno dell’efficienza per Meta. Lo dimostra la recente decisione di non rinnovare il contratto con la Siae (che ha chiaramente alluso alle intenzioni di Meta di risparmiare sul contratto), ma anche e soprattutto la nuova ondata di tagli nel personale. 

Come aveva previsto Financial Times, il taglio di 11mila dipendenti a novembre non era affatto un punto di arrivo: nei prossimi giorni altri 10mila dipendenti saranno licenziati, e 5mila posizioni lavorative saranno chiuse.

«Sarà dura, ma non c’è modo per evitarlo» – ha affermato il CEO Mark Zuckerberg in un lungo post su Facebook – «Significherà dire addio a colleghi talentuosi e appassionati che hanno contribuito al nostro successo. Il cambiamento non è mai facile, ma so che ce la faremo e ne usciremo come un’azienda ancora più forte». 

Perché? Le dichiarazioni del CEO di Meta 

Zuck ha descritto questa scelta come “triste ma necessaria”: perché? 

Meta non viene da anni di crisi, anzi. Durante il periodo pandemico il colosso statunitense ha registrato un boom di utilizzi, coniugato da un raddoppio del personale organico (27mila assunzioni dal 2020 al 2021). Questo, però, è stato seguito da un drastico calo nel post-pandemia: crollo di utenti nel 2022 e fallimento del progetto del metaverso, che è costato all’azienda 9,4 miliardi già nei primi nove mesi. Se a questo aggiungiamo la concorrenza degli altri social, in primis Tik Tok, ecco che si crea un cocktail letale per il colosso di Zuckerberg. 

Ecco spiegato perché, al momento, le parole chiavi di Meta sono “efficienza” e “ricostruzione” (che, inevitabilmente, portano con sé tagli, soprattutto nel personale). Nonostante lo scenario non sia dei più rosei, Zuckerberg rimane fiducioso e promette che una volta completata la ricostruzione dell’azienda le assunzioni riprenderanno con il ritmo di sempre. Fino ad allora, il suo obiettivo sarà “costruire una migliore azienda tecnologica”. 

Il mito delle Big Tech è in declino? 

Durante la pandemia sembrava che tutto il mondo potesse essere traslato online: smartworking, didattica a distanza, boom di accessi nei social… Non per niente il 2021 è stato l’anno di Meta (e quindi dell’apice della speranza nel Metaverso). Ma ad ogni boom segue un declino. E, in questo caso, il declino è stato accentuato dall’arrivo di due ulteriori “colpi di grazia”:  la guerra in Ucraina e l’inflazione. 

La crisi non ha colpito solo Meta. Anche Amazon, Alphabet – società che controlla Google – , Twitter e Microsoft sono state travolte in pieno dalla crisi del settore hi-tech. Solo nel corso del 2022 sono stati 160mila i lavoratori licenziati, e questa tendenza sembra non essere destinata a fermarsi neanche nel 2023. Da sempre considerati i più grandi recruiter di giovani talenti, i colossi della Silicon Valley stanno progressivamente voltando le spalle a molti dei talenti che hanno accolto e formato in questi anni. Questo sacrificio riuscirà a salvarle dal vortice della crisi?

Alice Maria Reale

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