Addio a Gianni Minà: il gigante del giornalismo italiano ci lascia all’età di 84 anni. A darne la triste notizia, il suo ufficio stampa che tramite un post sul proprio profilo Facebook ha comunicato quanto segue: “Gianni Minà ci ha lasciato dopo una breve malattia cardiaca. Non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari. Un ringraziamento speciale va al Prof. Fioranelli e allo staff della clinica Villa del Rosario che ci hanno dato la libertà di dirgli addio con serenità”.
Nato a Torino nel 1938, la sua carriera da giornalista inizia nel 1959 nella redazione di “Tuttosport” di cui sarà direttore dal 1996 al 1998. Nel 1960 arriva il passaggio alla Rai dove collabora ai servizi sportivi sulle Olimpiadi di Roma. Cinque anni più tardi esordisce a “Sprint”, lo storico programma sportivo diretto da Maurizio Barendson. Dopo questa esperienza, Minà comincia a realizzare i suoi storici documentari e reportage per diversi programmi: “TV7”, “Az”, “Un fatto come e perché”, “Dribbling”, “Gulliver”, “Odeon. Tutto quanto fa spettacolo”.
Giornalista, scrittore, conduttore televisivo, nel corso della sua incredibile carriera ha avuto l’onere e l’onore di intervistare i più grandi personaggi dello sport ma non solo. Nel corso degli anni, Minà ha seguito ben otto Mondiali di calcio, sette Olimpiadi e una decina di campionati mondiali di pugilato. A questi eventi si ricollegano le interviste ai più grandi del tempo come Diego Armando Maradona, Muhammad Alì e Marco Pantani.
La fama di Gianni Minà cresce con il programma “Blitz” di cui fu conduttore ed autore. Il programma televisivo in onda su Rai 2, gli permise di accogliere e intervistare ospiti del calibro di Eduardo De Filippo, Federico Fellini, Enzo Ferrari, Massimo Troisi, Robert De Niro, Gabriel Garcia Marquez. Ciò gli valse, nel 1981, il Premio Saint Vincent assegnato al miglior giornalista televisivo dell’anno. Per i suoi tanti e importanti reportage, nel 2007, ricevette anche il Premio Kamera della Berlinale per la carriera: il più prestigioso riconoscimento al mondo per documentaristi.
Testimone e cantore di un’epoca tramontata ma impressa nella memoria storica e sociale di ogni Paese. Giornalista d’altri tempi che si recava sul luogo dell’evento prima che vi fosse inviato. Personaggio come pochi, Gianni Minà ci lascia in una sera di inizio primavera per compiere il suo ultimo viaggio. Quello eterno. D’altronde, nella sua infinita lista mancava ancora qualcuno da intervistare: Dio.
Giuseppe Rosario Tosto
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