Associare il poker al tech è un’operazione che, oggi, sembra abbastanza intuitiva: l’esplosione del poker online, con poker room operative a ogni ora, servizi di chat e app per smartphone, fa dei due termini un binomio che non ha certo bisogno di presentazioni. Ma poker e tech possono essere associati anche più indietro nel tempo, e ben prima dell’avvento della rete Internet: non è sbagliato anzi dire che, nella sua storia, il poker ha sempre avuto un rapporto privilegiato con i progressi tecnologici. Probabilmente facilitato dall’enorme diffusione avuta nei territori statunitensi, nei quali il poker è approdato a seguito della colonizzazione europea, il suo successo è stato contemporaneamente causa ed effetto del suo trasversale apprezzamento prima entro e poi oltre i confini degli Stati Uniti, giungendo fino all’odierno scenario che vede protagonista il poker sportivo soprattutto online.
È a partire dagli anni ’60 e ’70 che il poker comincia la sua avventura tech, affiancandosi a un oggetto che in quegli anni era uno dei simboli del progresso tecnologico: la televisione. Durante gli anni ’60 infatti il poker cominciò a essere introdotto nei più importanti casinò degli USA, dove continuò il percorso di crescita e apprezzamento che già l’aveva visto protagonista in innumerevoli locali su tutto il territorio statunitense. Un percorso di crescita che, fisiologicamente, sfociò nell’organizzazione dei primi tornei di poker sportivo, organizzati come evento clou dalle proprietà dei casinò: tra questi, si imposero le World Series of Poker, ancora oggi il principale torneo internazionale. Grazie anche al carisma del vincitore di una delle prime edizioni, Thomas Preston, le WSOP del 1973 furono le prime a ricevere una copertura televisiva, facendo approdare per la prima volta il più importante evento di poker sportivo in televisione. Un percorso che, nei decenni successivi, portò i più importanti canali americani a contendersene i diritti per la trasmissione, comprendendo il valore di poterlo proporre in esclusiva.
Bisogna passare all’esplosione di Internet per assistere al successivo passo nel rapporto tra tech e poker, con il secondo che acquista popolarità crescente in siti dedicati grazie anche alla spinta garantita da un evento connesso, di nuovo, alle WSOP: la vittoria nel 2003 di Chris Moneymaker. Giocatore sconosciuto, prese parte alla competizione grazie alla vittoria di un piccolo torneo online: il suo exploit avviò un enorme aumento nell’interesse verso il poker, non a caso noto come Moneymaker Effect. Una popolarità che ha spinto in una doppia direzione, con la compresenza di tecnologie online e televisive. Sotto il primo profilo, il poker online ha conosciuto un enorme interesse direttamente riflesso sul ruolo degli operatori specializzati, che hanno investito con convinzione nella loro offerta pokeristica. L’offerta dei servizi si è di conseguenza ampliata: emblematica in tal senso la presenza di contenuti incentrati su informazioni sul poker online, con guide sui punteggi e consigli su strategie. Sotto il secondo punto di vista, invece, il poker sportivo ha rappresentato una disciplina sulla quale numerose emittenti televisive hanno investito: prima attraverso programmi contenitore, che trasmettevano e commentavano diversi eventi, e poi con veri e propri canali tematici. La diffusione del digitale terrestre ha permesso la nascita di canali dedicati al poker, che hanno attraversato tutto il secondo decennio degli anni 2000 prima di venire a loro volta superati dalle nuove tecnologie di trasmissione.
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